Terme di Caramanico, prosegue lo stallo: la nota del vice presidente del Consiglio Regionale Blasioli

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Terme di Caramanico: a vuoto anche la quinta asta. Grave che la Regione abbia terminato i controlli sulla società affidataria dello sfruttamento delle acque solo dopo la scadenza del termine per la presentazione delle offerte

 

Come previsto nei giorni scorsi, è andata deserta anche la quinta asta relativa alle terme di Caramanico. Non sono infatti pervenute offerte per i due lotti oggetto del fallimento. Una nuova stagione turistica è andata definitivamente in fumo, ma questa volta si configura un’ulteriore aggravante, di cui sono responsabili la Giunta Marsilio e Areacom, l’Agenzia Regionale per la Committenza.

Proprio questa mattina, a distanza di poche ore dalla scadenza dei termini per la presentazione delle offerte, Areacom ha completato la verifica dei requisiti sulla ditta a cui a fine gennaio, nell’entusiasmo del centrodestra regionale inebriato dalla campagna elettorale, aveva affidato lo sfruttamento delle acque, la Dre srl.

Ci sono voluti ben cinque mesi per acquisire la classica documentazione richiesta in ogni gara pubblica, un tempo decisamente incongruo per dei controlli di routine. Un ritardo che oltretutto ha pregiudicato per la stessa ditta aggiudicataria la possibilità di partecipare alla quinta asta, perché solo oggi, quando l’asta si è chiusa, l’aggiudicazione è diventata efficace.

Su questo aspetto ci riserviamo di tornare in futuro, perché merita delle riflessioni sulla compatibilità dell’avviso pubblico per lo sfruttamento delle acque rispetto alla legge regionale che regole il settore del termalismo.

Quel che è certo intanto è che, come abbiamo più volte denunciato, la strada intrapresa dalla Regione ha fatto sì che si determinasse una netta posizione di vantaggio per il soggetto aggiudicatario dello sfruttamento delle sorgenti, il quale, prima di formulare un’offerta, potrebbe ragionevolmente aspettare un ribasso ancora più significativo del valore dei beni, per altro già dimezzato rispetto alle valutazioni iniziali dei periti, confidando di non avere concorrenti. In sostanza altre aste potrebbero andare deserte, e quindi altro tempo potrebbe trascorrere invano, perché, d’altronde, chi si sognerebbe mai di partecipare ad un’asta per degli immobili che, senza un accordo con chi detiene la gestione delle acque, rischiano di tramutarsi in una scatola vuota?

Proprio per questo motivo avevamo consigliato alla Regione di acquistare i lotti all’asta e riunire in unica proprietà i beni e la concessione delle acque, per poi esperire una sola gara per la gestione complessiva. Non siamo stati ascoltati, e questo è il risultato: l’ennesima stagione senza terme a Caramanico, il massacro dell’intero comprensorio della Maiella e molti dubbi sul prosieguo della procedura.

Per quanto si sta verificando dal punto di vista amministrativo, ovvero i ritardi e le lungaggini, mi riservo di esprimere altri giudizi dopo la lettura degli atti, per quanto concerne il giudizio politico invece mi pare non ci siano dubbi: si tratta di una gestione vergognosa.

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