Al Florian: Moby Dick il rito

Moby Dick il rito

Sabato 16 dicembre alle ore 20.45 e domenica 17 alle ore 17.30 per l’ultimo appuntamento prima di Natale con Teatro d’Autore – la stagione di teatro contemporaneo al Florian Espace di Pescara – è di scena un grande classico della letteratura, ovvero Moby Dick – il rito dal celeberrimo romanzo di Herman Melville.

La riduzione e adattamento per il teatro, nonché l’ interpretazione scenica è di Roberto Negri, attore e regista noto alla scena pescarese sia come attore che come regista – ricordiamo   la bella interpretazione insieme a Cristina Golotta di Quartett di Heiner Muller in prima nazionale al Florian nel 2019 e la sua regia de La Pasqua Bassa di Antonio Del Giudice lo scorso anno all’Auditorium Flaiano, anche qui l’adattamento di un romanzo, questa volta a quattro mani con l’autore – ma lo abbiamo visto anche in tv e al cinema. Per questa impresa si è avvalso della regia di Federico Vigorito, che ha curato anche l’impianto scenico e il disegno luci; la produzione è di Seven Cults e Officina Dinamo di Roma.

Achab, il mitico capitano della baleniera Pequod, ha visto e dato la morte mille volte, ma una volta ha visto la sua: in forma di Balena Bianca, in quell’incontro perde una gamba, dal ginocchio in giù. E da allora nasce in lui, o meglio si scatena, l’ambizione al superamento di ogni legge, la ribellione ad ogni regola universale. Insegue e caccia la Morte. Sostituirsi alla Morte, uccidendola, per divenire immortale. Essere Dio. Decidere final-

mente del proprio destino. Prometeo senile alla ricerca del fuoco eterno, condannato dal suo stesso profetico nome, un “grandioso, empio, divino uomo” agli occhi della sua ciurma, che lo segue attraverso gli oceani nella fatale avventura.

 

“La scelta di un grande classico nasce dalle emozioni che generano le parole al di là del tempo, ampliando il concetto stesso di “contemporaneo”. Melville ha proposto una formula letteraria di ricerca e sperimentazione, esplorando nella sua opera praticamente tutti i generi del suo secolo.

Nel rispetto di questa scelta e nell’intento di riproporne i canoni espressivi, il nostro lavoro spazia dal teatro di narrazione alla commedia, dal teatro di figura alla pantomima e ancora oltre, verso le radici arcaiche del rito teatrale” – così Roberto Negri e Federico Vigorito ci parlano del loro approccio a questo testo e del loro lavoro teatrale – “La rappresentazione teatrale come rito primitivo, capitale, imprescindibile. Concepire uno spettacolo per ribadire la necessità di incontrarsi e in qualche modo comunicare.”

 

In scena una pedana di legno che deve sembrare ogni cosa e che mette al centro dell’attenzione chi conduce il gioco; pochi altri elementi, un po’ di attrezzeria: strumenti utili al racconto che l’Interprete non smettendo mai i panni di se stesso, offre agli spettatori nell’intimità sacrale che solo un rito riesce a creare.

Segni semplici, per un coinvolgimento profondo e diretto dello spettatore, naturalmente partecipe di temi universali. Così il testo rivela pienamente il suo potere evocativo, nel rispetto cronologico della narrazione, verso la catarsi finale che, come nella vita, è conosciuta ma sempre sorprendente.

 

Sabato sera dopo la prima, postPlay il consueto, per gli spettatori del Florian, momento di approfondimento e incontro con la Compagnia condotto da Paolo Verlengia.

 

Biglietto 12 €, ridotto 10. Si consiglia di prenotare al 393/9350933 (anche whatsapp) e 085/4224087.

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