Chi ha avuto la fortuna (perché tale è, pensateci per la prossima vacanza) di trascorrere qualche giorno nella Tuscia sarà sicuramente rimasto colpito, oltre che dai suggestivi borghi di tufo e dalla bella Viterbo, anche dai noccioleti a perdita d’occhio cha caratterizzano il paesaggio extraurbano.
Un’infinita teoria di alberelli tutti uguali prosperano in terreni ordinati e in contesti naturali dove spicca la manutenzione certosina. Se poi il nostro viaggiatore è stato assalito dalla curiosità tipica della specie, parlando con gli agricoltori del posto avrà scoperto che quelle distese di noccioleti sono destinate ad un cliente speciale, che ha reso iconica la ghiotta crema spalmabile italiana. Sì, la produzione di nocciole della Tuscia è in gran parte ceduta alla Ferrero, azienda che ai propri produttori chiede standard elevatissimi, regolarmente verificati dai propri ispettori.
Naturalmente quella della Tuscia (dove entro il 2022 saranno piantati a nocciolo 500 nuovi ettari) non è l’unica riserva aurea di Nutella & company, altre ce ne sono in Italia e nel mondo, ma evidentemente non bastano. Ecco perché, attraverso il Progetto Nocciola Italia, la Ferrero cerca produttori in Abruzzo e Molise e si impegna all’acquisto del prodotto a un prezzo minimo garantito per un periodo di 19 anni. Attualmente il leader mondiale della produzione di nocciole è la Turchia, che ne gestisce il 67%, seguita dall’ Italia, con solo il 12%. Siamo il secondo produttore al mondo, eppure destiniamo alla corilicoltura appena 70mila ettari del territorio nazionale.
Il progetto punta a incentivare la filiera per ridurre la dipendenza dalle importazioni, portando a 90.mila gli ettari coltivati a nocciole in Italia, quantità che comunque coprirebbe appena il 5% del fabbisogno della produzione mondiale Ferrero. Il comparto italiano produce in media circa 110mila tonnellate l’anno di nocciole in guscio. Il gruppo piemontese del cioccolato, conosciuto in tutto il mondo per i suoi prodotti a base di nocciola, nel 2014 ha varato la divisione Ferrero Hazelnut Company, che ha il duplice obiettivo di sviluppare il settore e incentivare innovazione e buone pratiche per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia delle tradizioni rurali.
Il responsabile Ferrero centro-sud Italia, Ivan Seri, ha presentato il Progetto Nocciola all’Euro-ortofrutticola del Trigno, cooperativa che riunisce oltre 700 soci tra Abruzzo e Molise. La proposta è stata accolta positivamente, non per sostituire i tipici pescheti della Valle del Trigno, ma come valida alternativa ai terreni abbandonati o utilizzati per colture a bassa redditività. Il rovescio della medaglia, che va sempre cercato, è nel rischio che la monocoltura comprometta la biodiversità dei terreni regionali. La soluzione, come sempre, sta nel buon senso: si può e si deve guardare lontano, ma senza sbilanciare equilibri e specificità del territorio e, possibilmente, salvaguardando la propria autonomia. Nella Tuscia, per esempio, esistono anche piccole aziende che producono creme spalmabili artigianali di ottima qualità.