Flora Cardenas: “L’immagine è poesia”

Flora CardenasFlora Cardenas

Abbiamo incontrato la poetessa e scrittrice Flora Amelia Suarez Cardenas. Originaria del Venezuela ma abruzzese d’origine, ci ha parlato della sua ultima fatica letteraria, il pluripremiato L’immagine è poesia, pubblicato da Tabula Fati.

Qualche parola sulla tua storia. Sei Venezuelana, cosa ti ha portato in Italia?

In Italia sono venuta per frequentare un corso in diritto romano, prima di ripartire per il Venezuela sono andata a Fara Filiorum Petri, un grazioso borgo di origine longobarda, per incontrare delle care amiche d’infanzia, che tuttora ho, un’amicizia incrollabile. Una sera siamo uscite e mi fu presentato un giovane ufficiale, dopo il mio ritorno in Venezuela ci siamo frequentati… telefonicamente, e poi appena un anno dopo ritornai in Italia per sposarmi.

 

Quando hai iniziato a scrivere poesie?

In realtà ho iniziato a scrivere poesie a quattordici anni, come fanno molti ragazzi a quell’età; poi la passione non è diminuita, anzi il mio cassetto diventava sempre più colmo di manoscritti. Soltanto da pochi anni però, ho avuto l’opportunità di pubblicarle, dopo aver incontrato un editore serio e appassionato, Marco Solfanelli dell’edizioni Tabula Fati e Solfanelli, che ha creduto in me e al quale mi lega una grande amicizia.

 

I tuoi componimenti nascono quasi sempre dall’osservazione di fenomeni naturali o  di piccoli sprazzi d’umanità quotidiane. Come mai?

Credo che abbiamo bisogno di stabilire nuovi rapporti con l’ambiente che ci circonda, con gli organismi viventi di questo mondo, e sopratutto, con gli altri esseri umani. Tutto basato sul rispetto. Credo sia l’unica strada per un futuro positivo del pianeta.

 

Raccontaci il momento della creazione artistica.

I miei componimenti, sia quelli poetici che quelli in prosa, nascono innanzitutto nella mia lingua madre, lo spagnolo; infatti tutte le opere pubblicate finora sono accompagnate dalla mia traduzione in italiano. Scrivo con la matita, come si faceva una volta, mi piace raccontare che nell’era della tecnologia, la matita è la mia migliore alleata. Poi interviene il PC, ormai è diventato un indispensabile strumento di lavoro anche per gli scrittori.

 

Per te conta di più l’ispirazione o il duro lavoro di rifinitura?

Sono due fasi irrinunciabili della produzione letteraria. Il punto cruciale è l’equilibrio tra queste due fasi: per me è fondamentale il momento dell’ispirazione, che può avvenire in qualunque momento del giorno e della notte (sul mio comodino c’è sempre un foglio e una matita) Poi segue un necessario lavoro di rifinitura che per i componimenti poetici non è particolarmente incisivo, come invece può essere nei racconti o romanzi.

 

Hai pubblicato anche un libro di racconti. Preferisci la poesia o la narrativa?

Non ho una preferenza particolare. La poesia si nutre di attimi, momenti d’ispirazione.  Nella scrittura dei racconti è necessario un minimo di progettazione, come se fossero dei romanzi in miniatura: contrariamente rispetto a quanto si pensa talvolta, la scrittura di racconti è particolarmente complessa e impegnativa. Alcuni scrittori evitano accuratamente questo genere, mentre altri sono diventati famosi per questa particolare abilità, (trai miei preferiti Raymond Carver, Jorge Luis Borges, l’argentino Fernando Sorrentino, a cui me lega una transoceanica amicizia).

 

Come nasce la idea di associare l’immagine alla poesia?

Oltre la scrittura ho una grande passione per la pittura e la fotografia. In altre parole sono fortemente attratta dalle possibilità figurative che mi permettono di descrivere, raccontare la realtà che ci circonda. E così facendo le immagini fotografiche o pittoriche diventano una straordinaria fonte d’ispirazione, materiale ben presente e non fugace.

 

Il momento o la soddisfazione più grande del tuo percorso nella poesia?

Fino ad oggi due sono i momenti che hanno rappresentato una tappa fondamentale per il mio percorso letterario: il primo, quando il mio editore Marco Solfanelli nel 2011 mi ha inviato la bozza della mia prima silloge letteraria, Poesìas, affinché la controllassi ancora una volta prima della stampa. Ero emozionata solo all’idea di sfogliare quei fogli che ben presto sarebbero diventati un libro a tutti gli effetti.

Il secondo, quando con mia grande sorpresa, mi è stato attribuito I World Literary Prize 2015 Premio Letterario Internazionale, Premio Targa Paris, in una importante cerimonia a Parigi. Come raccontava un’altro grande scrittore argentino Adolfo Bioy Casares “Non cerco la popolarità, ma i premi mi fanno molto piacere. Credo che fanno piacere quando non gli hai cercati”.

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