Una pecora per Alina, l’appello di Argalam e Zampogne d’Abruzzo

Progetto "Una pecora per Alina"Progetto "Una pecora per Alina"

L’associazione Zampogne d’Abruzzo, per l’antica civiltà agro-silvo-pastorale e l’Arga Lazio -Abruzzo -Molise, il gruppo di specializzazione dei giornalisti agroalimentari, si ergono a sostegno dei pastori Paolo e Alina di Abbateggio.

I circa 130 capi di ovini che componevano il gregge dei due pastori, in una notte, in prossimità della festa di S. Antonio Abate sono morti, arsi vivi ed asfissiati, tra le fiamme di un rogo doloso acceso da ignoti.

Così Luciano Pellegrini e Francesco Giannini , per Zampogne d’Abruzzo, e Donato Fioriti, Presidente Argalam: “Essendo andato distrutto lo stazzo ed avendo perso tutto il patrimonio armentizio nonché un centinaio di agnelli nascituri, – spiega Pellegrini – Paolo ed Alina si sono ritrovati, con i loro tre figli, in una situazione disperata, senza speranze e senza futuro”.

Zampogne D’Abruzzo e Argalami, a tal proposito, e al motto “Una pecora per Alina” fanno appello a tutti i pastori d’Abruzzo, di affidare oggi una pecora a Paolo ed Alina, in modo da ricostituire un piccolo gregge con la promessa di riprendersi un agnello al prossimo anno”.

“Tutte le altre persone, sensibili e solidali, -aggiunge Fioriti – possono contribuire acquistando oggi una “pezza” di formaggio, veramente bio-eco-etico, che verrà consegnata man mano che il nuovo gregge comincerà a riprodurre latte, ed inoltre saranno poi invitate a vivere come pastori tra pastori, una giornata di transumanza tra cavalli, capre, pecore e i bianchi silenti guardiani confusi tra loro.”

Paolo ed Alina vogliono lavorare, lavorare duro e vivere con il loro lavoro. Onestamente e con dignità, svolgono una attività faticosa, piena di sacrifici e che oggi nessuno vuole più fare, non cercano donazioni “sic et simplicite”r, ma solo la possibilità di tirarsi su il morale e riprendersi il futuro con il lavoro.

“Di qui l’appello di Pellegrini -Giannini e Fioriti- : investiamo nel loro lavoro, nei loro prodotti nostrani ed identitari a km-zero, investiamo in un nostro “Future” di prossimità e non in un” Bond” del lontano, forestiero e radical-chic Brunello di Montalcino”.

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