Una dose copiosa di fantascienza miscelata sapientemente con una visione futuristica della realtà, a mo’ di George Orwell in 1984: questi gli ingredienti principali della prima fatica letteraria di Emanuel Massascusa, alias Emanuel Mass, 25enne di origine pescarese.
La Rosa di Thanatos rappresenta l’esordio del giovane scrittore. Pubblicato lo scorso 24 ottobre, il libro è edito dal Gruppo Albatros. Un esordio all’insegna del fantasy e, in primis, della fantascienza.
Qual è stata la tua musa ispiratrice in campo letterario?
Numerose sono state le cose che mi hanno spinto a costruire la cosmologia e la situazione in cui si trova il mondo di un vicino futuro, quale il 2030, all’interno de La Rosa di Thanatos. Tra le prime cose che mi hanno ispirato ci sono maggiormente le opere videoludiche, film di spionaggio/fantascienza e l’interessamento verso uno specifico filone della fantascienza quale il Cyberpunk. Il degrado, la guerra, il mondo dominato da una gigantesca multinazionale e le cospirazioni che ne derivano, sono tutte frutto di un’ispirazione verso opere di questo particolare genere e si espandono anche all’importanza della tecnologia e della psicologia umana, che di conseguenza rendono possibile la trama.
Il genere di fantascienza che proponi è connesso a una forma di realtà parallela?
Sì, la nostra, quella che esiste dentro di noi. Ne La Rosa di Thanatos, ci sono momenti astratti, come se si stesse vivendo un sogno distorto. Questo perché la psicologia e l’introspezione dei personaggi prendono il sopravvento e si costruisce questa “realtà parallela interna” dove il protagonista dovrà vagare per risolvere la “crisi portante”.
Raccontaci com’è nata l’idea di scrivere questo libro?
Da molto giovane. Avevo 14-15 anni e mi dilettavo con un gioco online dove dovevo persofinicare un personaggio che dovevo creare, e per poter giocare e partecipare a questa community, dovevo stilare loro un background e scrivere la storia dietro. La maggior parte delle volte, non sapevo neppure cosa stavo facendo, scrivevo semplicemente quello che mi passava per la mente e ho finito per far irritare parecchio gli amministratori del gioco. Però è stato grazie a questa esperienza, grazie alla musica, grazie anche alla mia vita a stretto contatto con i videogame, che ho sviluppato una forte vena creativa, che mi ha in seguito portato a scrivere La Rosa di Thanatos. Inizialmente questo libro non sarebbe dovuto essere un romanzo di fantascienza, ma bensì un Urban Fantasy con elementi di fantascienza. Ho deciso infine di trasformarlo in un romanzo di fantascienza, dove sono incentrati maggiormente gli argomenti sopra discussi e molto altro.
Hai intenzione di proseguire sulla scia della fantascienza?
Per un po’ sì. Ho tante idee, tanti progetti che voglio realizzare e sono già a lavoro su di essi. Però in futuro mi piacerebbe scrivere anche storie slegate da esso. Il mio sogno è scrivere un Fantasy, un mondo di pura fantasia, senza dovermi legare per forza alla realtà di tutti i giorni. Ma un passo alla volta. Prima i progetti indietro, poi tutto il resto.
Il tuo futuro lo proietti nel campo della narrativa o per ora si tratta di un appassionante hobby che coltivi con zelo?
Il futuro è assai incerto per quanto riguarda questo specifico argomento. E’ sempre stato il mio sogno vivere e lavorare scrivendo, ma sono ancora molto giovane, inesperto e ho il pessimo carattere di buttarmi spesso giù. Nonostante queste difficoltà, non una volta ho smesso di proiettare me stesso verso quel futuro, non importa quanto arduo possa essere da raggiungere. La Rosa di Thanatos è solo l’inizio per me, un inizio che non è andato liscio come credevo; ci sono stati problemi con la stampa e altro, ma non demordo. Voglio continuare questo percorso e sono fiducioso di poter almeno raggiungere un discreto risultato. Se dovessi invece fallire, non smetterei comunque di scrivere, poiché io scrivo in primis per soddisfare me stesso.