Già dal primo anno di vita i bambini sono soggetti a patologie legate a infezioni delle vie respiratorie che si ripetono spesso.
Raffreddori, otiti, bronchiti e, nei casi più gravi, polmoniti, che cominciano con l’ arrivo della stagione fredda e si ripetono con una certa frequenza durante tutto l’inverno.
Un bambino su quattro può andare incontro a questo tipo di problemi, ma per parlare di infezioni respiratorie ricorrenti esiste un criterio clinico: si devono contare almeno otto episodi di infezione, nell’arco dell’anno, in bambini sotto i tre anni e almeno sei infezioni in coloro che hanno superato quell’età fino ai sette anni. Se, invece, il processo infettivo si manifesta sempre nella stessa sede, per esempio nell’orecchio o nella gola, allora il valore soglia per definire l’infezione ricorrente è di quattro episodi l’anno. Nei bambini che si ammalano spesso la maggior parte di queste infezioni sono di origine virale, le meno frequenti sono di natura batterica. L’attecchimento di virus respiratori è favorito sia dall’esposizione a fattori ambientali come la frequenza dell’asilo nido, l’esposizione al fumo passivo e l’inquinamento ambientale, sia da fattori genetici come le allergie respiratorie e i deficit immunitari.
Infine l’abitudine al ciuccio può favorire la comparsa di otiti. La prevenzione è un’arma efficace una volta individuato il fattore di rischio. Anche se non si può rinunciare all’asilo, sarebbe opportuno tenere a casa dal nido o dalla materna i bambini fino a quando non sono perfettamente guariti. Inoltre si deve evitare di esporre i bambini al fumo passivo o limitare la loro permanenza in ambienti inquinati. È bene anche effettuare lavaggi nasali con soluzione fisiologica per evitare la colonizzazione del naso da parte dei germi. Sarebbe utile somministrare ai bambini con recidive della vitamina D che regola il sistema immunitario: molteplici studi hanno dimostrato una stretta correlazione tra carenza di vitamina D e rischio infettivo.