Fitoterapia, pro e contro della cura con le piante

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La fitoterapia, dal greco “cura con le piante”, rappresenta in assoluto la prima forma di medicina utilizzata dall’uomo.

Oggi la fitoterapia non è riconosciuta come medicina vera e propria ma solo come terapia coadiuvante o preventiva che utilizza i principi attivi dei vegetali per favorire o mantenere il benessere fisiologico.

Nell’Unione Europea, e limitatamente alla Gran Bretagna, esiste una categoria professionale istituzionalizzata di fitoterapeuti, con percorso formativo universitario distinto da quello previsto per la biomedicina, e con protezione legale del nome. Negli altri stati membri della UE il termine fitoterapeuta non ha valore legale, anche se alcune piante sono riconosciute e utilizzate dalla medicina scientifica tradizionale. La medicina popolare si serve di queste sostanze dai tempi di Ippocrate.

Usare le erbe officinali sotto forma di impacchi o infusi può essere utile per prevenire gli squilibri immunitari dovuti ai cambi stagionali. In questo periodo, ad esempio, le piante che ci apportano i maggiori benefici sono l’echinacea per le proprietà antibiotiche e immunostimolanti e l’amamelide che combatte gli arrossamenti della pelle dovuti al freddo e favorisce la circolazione venosa, quindi anche un ottimo rimedio contro la cellulite. Come sempre è sconsigliato l’uso fai-da-te, molti preparati vegetali interagiscono con quelli tradizionali e fra di loro, causando gravi problemi. Altri prodotti possono provocare allergie, la propoli ne è un esempio. Il ginseng, decantato come un potente stimolante, funziona in realtà solo nelle fasi iniziali della cura, successivamente provoca assuefazione e irritabilità ed è sconsigliato agli ipertesi. L’iperico interagisce con la pillola anticoncezionale riducendone l’effetto, l’aglio e il ginkgo biloba interagiscono con l’aspirina, aumentandone l’effetto con il rischio di emorragie.

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