Nel registro degli indagati il presidente della Regione Abruzzo D’Alfonso e altre persone coinvolte nell’affaire “Pescaraporto” riguardante il recupero dei 35 mila metri quadrati del complesso ex Cofa con la costruzione di palazzi sul mare
Insieme a D’Alfonso sono sotto inchiesta il suo avvocato difensore Giuliano Milia, il dirigente del Comune di Pescara e suo ex braccio destro Guido Dezio, l’ex consigliere regionale Pd e già suo segretario particolare Claudio Ruffini, il dirigente del servizio Genio civile della Regione Vittorio Di Biase e alcuni funzionari del Comune. Per ora l’ipotesi di reato sarebbe quella di abuso d’ufficio e falso ideologico.
L’indagine nasce da uno stralcio della maxi inchiesta della procura dell’Aquila relativa ad appalti della Regione che ha già coinvolto nei mesi scorsi D’Alfonso insieme ad altri 33 indiziati.
Il governatore ha commentato sulla sua pagina social: «Apprendo di essere sottoposto a indagine conoscitiva per il recupero del complesso ex Cofa a Pescara. Per quello che ho fatto in quel sito – recuperato all’uso della città dopo anni di incuria – mi aspettavo piuttosto la cittadinanza onoraria. Se è vera la notizia, ne sarà vera subito un’altra: la posizione assolutamente meritoria della Regione, che ha demolito un manufatto abbandonato e divenuto ricovero per senzatetto, oltre che oggetto d’emergenza ambientale. Per questo motivo attendo con insuperabile tranquillità l’evolversi della vicenda che giudico documentalmente improbabile»
Le indagini sono condotte dalla squadra mobile di Pescara e riguarderebbero una pratica urbanistica rilasciata dal Comune di Pescara sull’ipotesi di recupero attraverso uno strumento pubblico-privato della zona. Sull’area dell’ex Cofa è divampata una polemica portata avanti in particolare dal M5S e riguardante anche il progetto della società Pescaraporto per la realizzazione di un complesso edilizio nello spazio ex Edison con la costruzione di tre edifici di sette piani.
“Apprendiamo dalla stampa l’ennesima indagine che investe il Presidente D’Alfonso – dichiara il consigliere pentastellato Pettinari – Questa è una nuova ferita per una regione che non merita di balzare alle cronache, ancora una volta, per queste motivazioni. Il Governatore venga a riferire in Consiglio regionale i motivi di questa ennesima vicenda giudiziaria che lo vede tra gli indagati. I cittadini hanno il diritto di sapere cosa succede”.