Rockhopper Exploration, titolare del permesso di ricerca Ombrina entro 12 miglia, chiede un risarcimento danni di 13 milioni di dollari
In un comunicato del 7 febbraio scorso, la compagnia inglese Rockhopper Exploration ha reso nota la stima relativa alle spese di sviluppo, ricerca e de-commissioning per un ammontare di circa 13 milioni di dollari, di cui 8 riguardanti le attività di pre-sviluppo di Sea Leon, 3 per le attività di ricerca e sviluppo in Egitto e 2 per costi dovuti soprattutto alla rimozione della piattaforma di Ombrina Mare a seguito del Referendum No Triv.
La Rockhopper ha specificato che cercherà di recuperare questi ingenti costi mediante un arbitrato internazionale che verrà promosso a breve chiedendo il cospicuo risarcimento danni allo Stato Italiano.
Questa la risposta del Coordinamento Nazionale No Triv: “Con i suoi numerosi progetti in portafoglio – cinque istanze di ricerca su terraferma, una di concessione per estrazione a fini produttivi, tre permessi di ricerca tra cui Ombrina Mare e nove concessioni di coltivazione – Rockhopper Exploration torna ad esercitare indebite pressioni per ammansire Governo e Mise che di essere resi più ‘docili’ non hanno proprio alcun bisogno. Il permesso di ricerca Ombrina Mare è lì, nelle 12 miglia, pronto per essere rispolverato al primo mutamento normativo propizio”.