di ANDREA LA ROVERE
Dopo aver parlato dei Terzacorsia due settimane fa, torniamo a occuparci di un gruppo locale impegnato nel difficile passo tra l’essere cover band di artisti affermati e il tentativo di costruire una propria carriera; parliamo oggi degli Opera Seconda.
Nati nel 2009 come Boomerang e formati da Luciano Di Leonardo (tastiere), Ivano Cavallucci (Chitarre), Alberto Stampone (Batteria), Gianluca Cirulli (Basso) e Gianluca Di Febo (voce solista), iniziano a portare sui palchi della nostra regione la musica dei loro idoli di sempre, i Pooh.
La loro preparazione strumentale è indubbia, e a differenziarli ulteriormente dalle tante altre cover band anche il loro approccio, all’insegna di una reinterpretazione dei brani del gruppo che non svilisce la propria personalità.
Queste qualità fanno sì che i Pooh stessi notino il gruppo, adottandoli tra le band di cover ufficiali, al punto di volerli in un disco tributo che raccoglie proprio il meglio dei gruppi epigoni della storica band pop. Ed è proprio Red Canzian, il bassista dei Pooh, a chiedere loro, per motivi più che altro di marketing, il cambio del nome da Boomerang a Opera Seconda.
E, dopo anni in giro per i palchi di mezza Italia a suonare cover, ecco l’esordio in proprio del gruppo, intitolato “L’attesa”e uscito per Music Force; vediamo come suona.
Innanzitutto va detto che la brevità del lavoro lo colloca a metà tra un vero LP e un EP; ci troviamo infatti di fronte a cinque pezzi, di cui uno diviso in due movimenti come usava ai tempi del prog, genere che i Pooh sfiorarono in una sola occasione (Parsifal) con risultati invero non memorabili, che comprendono una cover del gruppo madre e un brano proposto in due versioni.
Pronti, via, si parte con “L’ultimo amore” e subito si capisce che gli Opera Seconda anche nel disco a proprio nome rimangono fortemente ancorati agli stilemi dei Pooh; si tratta, in sostanza, di un pop melodico piuttosto raffinato, con arrangiamenti ben curati e l’occasione per tutti gli strumenti di essere in bella evidenza, facendo apprezzare la tecnica dei vari musicisti. Gianluca Di Febo, vocalist di cui abbiamo già parlato riguardo ai Terzacorsia, sembra più a suo agio con questo genere e si mette in bella evidenza. Sulla stessa falsariga “Hai vinto tu” e “L’attesa”; quest’ultima, divisa in due parti, vede ospite alla batteria Phil Mer, batterista in alcuni tour dei Pooh e figlio della compagna di Red Canzian. “Gitano” è l’immancabile cover che non aggiunge più di tanto al lavoro, mentre un discorso a parte meritano i due brani che ospitano la voce della vecchia gloria Drupi, “Angeli o bambini” e la riproposizione de “L’ultimo amore”. La voce di Drupi, anche se ormai lontano dalla popolarità degli anni ’70, è una vera sferzata per i brani che ne escono molto rafforzati.
In definitiva, “L’attesa” è un lavoro suonato e registrato con ottimo professionismo, devoto a un suono raffinato e melodico sicuramente datato, ma che si propone comunque di andare a occupare una parte di quel grande vuoto che i Pooh, vicini allo scioglimento di fine 2016, lasceranno nel pop italiano.