di BENEDETTO GASBARRO
Nonostante un ginocchio malconcio, Alessia Guidotti ha vissuto una straordinaria stagione culminata con la conquista dello scudetto del Montesilvano calcio a 5 femminile in quel di Firenze, dopo una finale combattuta e, per questo più gustosa, contro l’Isolotto.
In questi giorni in cui il futsal maschile abruzzese getta le basi per la nuova stagione, da segnalare l’arrivo di Lima e Romano all’Acqua & Sapone, le donne del Montesilvano si godono ancora il magnifico scudetto conquistato. Le ragazze guidate da Francesca Salvatore, qualche giorno fa, sono state accolte a Palazzo di città per ricevere il giusto tributo per l’impresa compiuta. La città adriatica si conferma capitale di questo sport. Il sodalizio del patron Iervolino continua ad investire molto sulla formazione femminile ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Alla base di questo successo giocatrici di primissimo livello che hanno formato un magnifico gruppo. A contribuire alla costruzione di uno spirito vincente, combattivo e determinato vi è Alessia Guidotti, veterana del gruppo che ha conquistato il terzo scudetto sempre con la Salvatore in panchina. In questa stagione ha vissuto una seconda gioventù dimostrandosi l’arma in più sia in campo che nello spogliatoio. Proprio con lei abbiamo voluto ripercorrere le fasi di questo meritato successo.
Quando avete capito che questo poteva essere l’anno dello scudetto?
Sinceramente fin dall’inizio della stagione sapevamo di essere una squadra forte ma che sarebbe stato duro dimostrarlo sul campo perché il campionato con l’avvento dell’élite è diventato davvero molto competitivo. Strada facendo abbiamo dimostrato di esserci e di voler dire la nostra. Personalmente venendo da un infortunio al ginocchio quest’anno ho iniziato con la voglia e la determinazione di rientrare in squadra e di dimostrare di esserci ancora. Arrivate all’atto finale, in gara 3, ho pensato che non potevamo farci sfuggire un occasione del genere.
Alla base del trionfo un grande gruppo, questo affiatamento come è nato e come si è consolidato?
Questa e una squadra che nasce tanti anni fa come un gruppo di amiche o meglio una famiglia nella quale io sono entrata all’età di 14 anni. Si giocava per il gusto di stare insieme e divertirsi. Con gli anni si è dovuto giustamente adeguare alla crescita del movimento cercando però sempre di mantenere gli ideali con cui è nata e credo che questo scudetto sia la giusta ricompensa al lavoro fatto in tutti questi anni.
Non è bello fare distinzioni ma quale compagna ti ha più impressionato nella stagione?
E’ vero, non è bello fare distinzioni e spero non me ne vogliano le altre ma Bruna Borges è attualmente la giocatrice più forte in assoluto sia per le sue doti tecniche ma anche per l’umiltà che la contraddistingue.
Nel primo time out della finale le parole della Salvatore racchiudono il carattere e le qualità, cosa Ti senti di dirle?
Francesca la conosco da “soli” 14 anni e anche se molti sono rimasti stupiti dal suo time out, io no. Sono un po’ come lei. Odio perdere ma soprattutto odio farlo senza aver lottato con tutta me stessa fino all’ultima goccia di sudore. Come avete potuto notare la squadra alla fine ha seguito alla lettera le sue parole. Colgo anche l’occasione per ringraziarla perché nonostante le difficoltà che io ho incontrato con lei quest’anno e credetemi sono state parecchie non ha mai fatto mancare nulla. Un pensiero va a tutte le persone che hanno creduto in me in questo anno particolare in primis la mia famiglia poi le mie compagne Barbara Di Pietro e Jessica Troiano che mi hanno sopportata e ovviamente a tutta la società Montesilvano con la speranza di continuare a vincere ancora tanto insieme.
Ultima frase che sa di rinnovo?
Ho parlato con Francesca, ci sono tutte le condizioni per restare e difendere il tricolore.