Poco più di due anni fa l’unica partenza prevista era per la pensione, oggi la chiamano la Transiberiana d’Italia ed è diventata un punto di arrivo e di ripartenza per chi ama guardare al viaggio e non solo alla meta. Grazie ad una felice intuizione e alla collaborazione istituzionale, la ferrovia Sulmona-Isernia ha ripreso ad attraversare gli straordinari paesaggi di due regioni, Abruzzo e Molise. Merito di un manipolo di appassionati, quelli dell’associazione Le Rotaie, che insieme ad altri sodalizi, alla Fondazione FS Italiane e alla Confederazione della Mobilità Dolce sono riusciti a catturare l’attenzione degli enti locali (ma non ancora abbastanza…) e di tutti i soggetti potenzialmente interessati. Ora che il treno va, il futuro non è più su un binario morto, anzi respira e si inerpica più vivo che mai. Il 2016 si è aperto alla grande, con gli oltre 400 viaggiatori saliti domenica 6 marzo a bordo del convoglio Sulmona-Carpinone-Isernia. L’occasione era perfetta: la Giornata delle Ferrovie Dimenticate, inserita non a caso nel Mese della Mobilità Sostenibile. Un successo che si ripete, dopo i treni della neve e dei mercatini natalizi e il treno storico del 25 aprile, lungo le vie della gloriosa Brigata Maiella. La primavera e l’estate porteranno altri viaggiatori alla scoperta dei borghi, dei sentieri di montagna, della storia, degli eremi e delle tradizioni dell’Appennino abruzzese e molisano. Nel futuro potrebbe esserci anche il ritorno della locomotiva a vapore, grazie alla convenzione tra Le Rotaie e Fondazione FS Italiane per la tutela di rotabili storici e del sito-rimessa locomotive di Castel di Sangro. Con tanto lavoro e tanto entusiasmo è arrivato anche un importante riconoscimento: a Milano la Transiberiana ha ottenuto il premio Go.Slow della Confederazione della Mobilità Dolce. All’attivo ci sono oltre 20 treni storici con più di 8000 viaggiatori.
“Abbiamo riproposto un itinerario sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico. – spiega Luigi Cantamessa, presidente della Fondazione FS – Questa linea ferroviaria così importante dal punto di vista ingegneristico ha più di cento anni ma funziona ancora perfettamente e racconta di un tempo in cui si ricamava il territorio anziché aggredirlo in modo violento”. Ad accompagnare i viaggiatori ci sono sempre i volontari dell’associazione Le Rotaie: in principio erano un piccolo gruppo di persone unite dalla passione per il modellismo, oggi sono co-protagonisti. “Speriamo – assicurano – di continuare a dare linfa vitale a un territorio che per secoli ha dato tanto alla storia e alla costruzione del nostro Paese e che invece negli ultimi decenni ha pagato un prezzo molto alto, come tante realtà dell’Italia interna. Questa meravigliosa ferrovia è stata restituita al suo fascino grazie all’ambizioso progetto Binari Senza Tempo della Fondazione Fs italiane. Per anni la Sulmona-Carpinone-Isernia era stata ignorata da tutti, residenti compresi, ad eccezione di pochi inguaribili appassionati – presi per pazzi visionari – che hanno saputo riconoscere la strada da percorrere e l’hanno tutelata senza secondi fini né proclami lasciati nel vuoto. Ci auguriamo di vedere meno passerelle e più mani che si adoperano e di poter fare realmente affidamento su Regioni, enti locali, comuni, associazioni e privati che condividano il progetto con noi volontari”.
Tra le associazioni partner dell’iniziativa c’è anche Legambiente; la direttrice regionale, Freancesca Aloisi, sottolinea: “La Giornata delle Ferovie Dimenticate ha previsto diverse iniziative in tutta Italia, tra queste il treno storico della Sulmona-Isernia è senz’altro una delle più suggestive. Ci stiamo anche adoperando per disporre il convoglio di spazi adeguati al trasporto delle biciclette, per agevolare ulteriormente il turismo sostenibile”. La Tranbsiberiana d’Italia effettua diversi viaggi all’anno, da due a quattro al mese; per saperne di più si può andare sul sito dell’associazione Le Rotaie o su quello delle Ferrovie dello Stato. Non vi aspettate poltrone di velluto e lussi da Orient Express: le carrozze, originali del primo Novecento, hanno i sedili di legno e gli arredi dell’epoca, e sono belle così. Dai finestrini la visione incanta: il tracciato spettacolare e panoramico sale dai 328 metri di Sulmona fino ai 1.268 di Roccaraso-Rivisondoli, poi arriva in Molise attraversando monti, valli, panorami mozzafiato e piccole stazioni, verso un passato che è anche futuro.