Giornata della memoria. Il rischio c’è. Se una parte di umanità celebra oggi ciò che un’altra parte potrebbe dimenticare domani, significa che l’impegno è vano. La mera celebrazione annuale rischia di non produrre una memoria con effetti a lungo termine, però è anche vero che la perdita della memoria può fare la differenza tra chi perseguita e chi viene perseguitato. Dunque ricordare bisogna, a patto di non fermarsi all’aspetto celebrativo. Ricordare serve a non commettere gli stessi errori, ammesso che un massacro possa essere definito come semplice “errore” – l’olocausto, la guerra sono piuttosto “orrori”. Ecco che, cambiando una vocale, cambiamo l’intera prospettiva. Le parole sono importanti, la loro forma è già indizio di sostanza: scoperchiare l’etimologia apre a significati più completi. Prendiamo la parola “ricordare”, dal latino recordare: “re” indica un andare indietro, mentre “cordare” viene da cor-cordis, ossia cuore. Ricordando si torna a cose passate e giacenti nella memoria, che nella saggezza dei latini aveva sede proprio nel cuore. Oggi sappiamo che il cervello avrebbe da dire qualcosa in proposito e tuttavia affidare ad ambedue – cuore e cervello – la custodia della memoria non può che giovare ad una umanità in perenne ricerca di equilibrio tra ragione e sentimento.
Su questa linea si muove Scienza Under18, progetto nato a Milano nel 1997 con l’obiettivo di valorizzare l’attività degli studenti e l’impegno dei docenti e di rendere visibili le buone pratiche di scienza prodotte all’interno della scuola. Oggi si opera in rete, con altri gruppi che organizzano iniziative in altre sedi. A Pescara SU18 arriva nel 2008, grazie alla professoressa Antonioli e alla scuola media Mazzini come capofila; nel 2012 è nata l’associazione culturale SU18 Pescara per l’Abruzzo. Il progetto educativo parte dal concetto di scienza come ”sapere comunicato” e prevede due moduli correlati, il primo si sviluppa in classe (“tavolo della didattica”), dove la scienza viene analizzata e costruita laboratorialmente, cioè appresa; il secondo (“tavolo della comunicazione”) si svolge fuori dalla scuola, dove la scienza appresa viene riproposta ad altri studenti e ai visitatori. Gli alunni sono protagonisti di azioni cognitive bilanciate, tra conoscenza scientifica e conoscenza umanistica. Quest’anno l’associazione ha sviluppato un progetto proprio sul significato più vero della Giornata della Memoria, il 27 gennaio, data che segna l’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. Com’è consuetudine di SU18, anche questa iniziativa non si esaurisce in un atto celebrativo di un sol giorno, ma si dipana lungo un percorso articolato.
“Da anni – dice la professoressa Carla Antonioli, coordinatrice scientifica SU18 Pescara per l’Abruzzo – siamo impegnati nel portare la comunicazione della scienza, quindi il dialogo tra scienza e società, nelle scuole, trasformando le aule in laboratori nei quali crescere e diventare dispensatori futuri di buone pratiche. Il laboratorio è il luogo della mente dove abitano progettazione, fantasia, creatività, riflessione e disponibilità a mettersi in gioco e in discussione. È un luogo di relazioni positive, di costruzione di fiducia, un’occasione di autostima e conoscenza di sé. Oltre ai laboratori, coinvolgiamo i ragazzi anche in attività esterne, per creare situazioni di arricchimento culturale e occasioni di approfondimento. Pensiamo che avvicinare i ragazzi alla scienza promuovendo la partecipazione e l’apprendimento attivo aiuti a costruire una società della conoscenza efficace, laica e democratica. L’educazione scientifica e la scienza, espressioni di un sapere in continuo divenire, possono e devono contribuire alla formazione di una coscienza critica”.
Per raggiungere lo scopo, l’associazione si giova della collaborazione del Museo delle Genti d’Abruzzo e di Enzo Fimiani, storico e presidente della biblioteca provinciale di Pescara. L’intero progetto, partito lo scorso ottobre per concludersi nel marzo di quest’anno, ha per titolo “Le razze umane non esistono… tra scienza, storia e arte”. Dopo le esposizioni dei lavori realizzati nel laboratori, il 25 gennaio si è tenuto un convegno durante il quale è stato anche fatto il punto su ciò che i ragazzi hanno costruito partendo dal concetto che, dal punto di vista scientifico, le razze umane non esistono, sono frutto di una creazione mentale.
“Il rispetto della persona e della diversità – spiega la Antonioli – sono prima di tutto valori, prerequisiti irrinunciabili di civiltà. Scienza, storia e arte, intrecciandosi, aspirano a conoscere, esprimere e chiarire il reale. Siamo convinti che la memoria non possa risolversi in un appuntamento occasionale retorico e celebrativo: di razzismo non si può parlare in modo estemporaneo e avulso dai percorsi didattici solo per condannarlo; bisogna discuterne in maniera interdisciplinare, per questo al convegno abbiamo invitato, tra gli altri, anche il professor Giandomenico Palka, autorevole rappresentante del mondo scientifico e genetista presso l’Università d’Annunzio”.
Al simposio hanno partecipato attivamente gli alunni del liceo scientifico Da Vinci, del classico d’Annunzio, dell’Istituto Acerbo e della scuola Mazzini. Il primo febbraio del 2016, al Museo delle Genti d’Abruzzo, sarà inaugurata la mostra “Guareschi e Laureni: segni dai lager. Testimonianze di due internati militari”. L’esposizione, proveniente dal museo civico della Risiera di San Sabba, propone scritti e disegni dei due ufficiali internati nei campi di prigionia in Germania, dopo essersi rifiutati di aderire alla Repubblica di Salò. All’inaugurazione parteciperà Umberto Laureni, figlio di Nereo Laureni. Il 7 marzo il convegno “Scienza, genere e società” si occuperà delle prospettive di genere nell’universo scientifico e tecnologico. All’incontro sarà presente Lucia Martinelli, rappresentante dell’associazione “Donne e Scienza”. Inoltre, sempre nel mese di marzo, si svolgerà anche il simposio dedicato alla “Memoria del pianeta terra”, con il professor Enrico Miccadei del dipartimento di Ingegneria e Geologia della d’Annunzio.