Nel 2000 nasceva il coro Melodie d’Abruzzo, oggi motivo di orgoglio per la città di Pescara, dati i risultati e i premi ottenuti a livello regionale. Il coro si è formato grazie alla passione di pochi individui amanti dei canti popolari abruzzesi e grazie al contributo del direttore artistico Antonio Piovano, pianista ed ex direttore di Conservatorio, nonché compositore di gran parte delle musiche di Melodie d’Abruzzo.
Il coro consta di circa 30 cantanti di Pescara e dintorni distribuiti nelle quattro voci (soprani, contralti, tenori e bassi) e dal 2011 viene diretto dalla maestra Maria Teresa Giammarino. Negli ultimi anni Melodie d’Abruzzo si è aggiudicato il podio nel Trofeo d’ Ortona per ben due volte, nel 2014 classificandosi al terzo posto e quest’anno al primo; inoltre tra i suoi successi ricordiamo anche il terzo posto nel Festival regionale della canzone abruzzese e il primo premio nella Settembrata per la canzone d’autore.
Il coro ha anche inciso un disco di canti popolari a quattro voci e sette dischi di canti inediti abruzzesi di autori contemporanei (tra i quali Giuseppino Mincione, Cesare Nicolini, Chiara Severini). Attualmente è impegnato nella registrazione di cd di canti di Natale e ninne nanne che usciranno il prossimo anno. Abbiamo intervistato la maestra e direttrice del coro Maria Teresa Giammarino.
Maestra, quando ha iniziato ad interessarsi di musica? Quali sono le sue esperienze?
“La passione per la musica mi è stata trasmessa da mio padre Umberto, organettista e pianofortista. Ho iniziato a studiare musica quando avevo 11 anni e la mia famiglia mi ha sempre sostenuta durante il mio percorso: devo ringraziare oltre a mio padre, anche mia madre Onorina, mio fratello Giuseppe e mia sorella Annarita se ho tagliato traguardi importanti. Ho studiato pianoforte e mi sono laureata presso il Conservatorio di Pescara. In seguito ho studiato canto lirico a Pesaro e mi sono laureata a Bologna. A Mantova ho poi conseguito la laurea in canto ramo didattico: a Pescara sono l’unica ad avere questo titolo perché sono studi difficilissimi. Presso il Conservatorio di Foggia mi sono laureata in musica vocale da camera e successivamente in musicologia con specializzazione in nuovi linguaggi musicali. Ho cantato in teatri italiani e tenuto concerti anche all’estero: mi sono esibita in Ungheria, in Austria, in Germania, in ex Jugoslavia, a Malta, negli Usa e in Canada. Attualmente insegno pianoforte e canto sia a bambini che ad adulti: i miei allievi Lucio Di Giovanni, Rossella Michelini, Tommaso Mangifesta e Silvia Faugno sono cantanti in carriera e talvolta prendono anche parte nel coro come solisti”.
Quale tra gli eventi a cui ha partecipato con Melodie d’Abruzzo le ha dato più soddisfazione?
“Non c’è un evento in particolare. L’incisione di dischi è un’occasione di crescita preziosissima e in ogni concorso saliamo sempre sul podio. Ogni volta che si porta il coro in teatro significa dare lustro al gruppo, per esempio giovedì scorso ci siamo esibiti al teatro Fenaroli di Lanciano e siamo stati applauditi con entusiasmo. A livello umano mi coinvolge moltissimo il concerto di Natale per Telethon al quale partecipiamo ogni anno, che si è tenuto proprio domenica scorsa nella sala consiliare del Comune di Pescara. Un ringraziamento speciale va senz’altro al presidente del coro Romano Ricciuti, grazie al quale abbiamo sempre l’agenda colma di impegni”.
Quali sono le difficoltà di un coro?
“I miei coristi provano assiduamente ogni performance presso la circoscrizione dei Colli in via di Sotto e per questo motivo arrivano sempre preparati al giorno dell’esibizione. Tuttavia non posso contare su un numero fisso di cantori per i concerti, perché alcuni abbandonano, altri si trasferiscono e in estate molti vanno in vacanza. Inoltre voglio sottolineare che i coristi si autofinanziano: nessuno ci sovvenziona, siamo spinti dalla passione, dalla voglia di farci conoscere e di confrontarci con altri cori”.
Qual è l’importanza del direttore del coro?
“Il direttore deve avere carisma: deve essere autorevole e non autoritario. È una figura che deve cercare di tenere unito il gruppo a livello amicale, perché non è raro che si creino dissapori tra gli elementi. Per me i coristi sono tutti ugualmente importanti: quelli che vogliono emergere a discapito degli altri vanno trattenuti e quelli meno portati per natura vanno valorizzati”.
La vostra divisa è molto particolare… la può descrivere ai nostri lettori?
“Il nostro costume è l’abito che le signore del centro di Pescara indossavano nei giorni di festa alla fine dell’800. È di colore verdemare e adornato di ori. Sul grembiule e sullo scialle sono state aggiunte spighe di grano che non erano presenti nel costume originale. Anche gli accessori (orecchini, bracciali e collane) sono dorati e antichi”.