A tu per tu con Lucia Di Folca e il suo libro “Nella tasca destra in alto”

Lucia Di Folca

Un libro per raccontare una storia, non una qualunque ma la propria. E’ quello che ha fatto Lucia Di Folca di Lettomanoppello nel suo lavoro editoriale edito Masciulli Edizioni “Nella tasca destra in alto”.

Una storia attraverso la quale Lucia vuole lasciare due messaggi ben precisi: rinascere credendo in se stessi dopo essere stata vittima di bullismo e credere nello sport come strumento di vita e amicizia, quella vera.

Abbiamo intervistato la giovane scrittrice che ci racconta del suo libro che,  15 luglio al 30 luglio, parteciperà alla Fiera del Libro Summer Festival online.

 Nella tasca destra in alto, perché questo titolo?

“Ho scelto questo titolo perché qualche anno fa ascoltai uno stacco musicale in tv della canzone ‘A parte te’ di Ermal Meta. Mi colpì molto la frase del ritornello ‘sempre sarai nella tasca destra in alto […] in un sorriso inaspettato’. Pensai: come mai ‘la tasca destra in alto’? Successivamente ascoltai un’intervista di Meta dove diceva che, quando ci si abbraccia, il cuore dell’altra persona è in corrispondenza con la parte destra del nostro petto. Sappiamo tutti che il cuore è posizionato al centro con la punta rivolta verso sinistra. Nelle vecchie maglie o camice c’era sempre un taschino nel lato superiore-destro. È come se il cuore di quella persona a noi cara lo portassimo con noi in ogni cosa che facciamo. Quella persona può essere chiunque: un parente o amico, che non c’è più o che si trova lontano da noi geograficamente… oppure una persona amata con il quale abbiamo discusso e abbiamo paura ad ammettere il nostro affetto nei suoi confronti. Quella tasca è come se fosse una porta del nostro cuore dove portiamo e facciamo entrare i nostri cari, sempre custoditi nella nostra anima”.

Che messaggio vuoi lanciare con il tuo libro?

“A chi subisce le mie difficoltà passate consiglio di avere la forza e la determinazione di non trattenersi tutto dentro, ma di sfogarsi con qualcuno chiedendo comprensione e sostegno. I problemi diventano sempre più grandi e invadenti se ce li teniamo per noi. Ogni tanto dobbiamo farci aiutare, soprattutto moralmente. Di solito le persone non esprimono tutto ciò che sentono nell’anima perché hanno paura della cattiveria o della ritorsione altrui. Assurdo, eppure è così per tutti. Bisogna trovare uno slancio per essere “l’eccezione alla regola”. Chiedere aiuto è la soluzione a questi ostacoli. Nella tasca destra in alto è un libro adatto a tutti. Il testo è scritto in stile agile e semplice, per la facile comprensione di tutti. Mi rivolgo alle istituzioni religiose, politiche e sociali, specialmente agli insegnanti ed ai genitori. Le persone più deboli non vanno abbandonate ma vanno sorrette e incoraggiate ancor di più in modo da farle emergere dalle loro difficoltà. Rispettiamoci tra di noi, per essere salvi, per essere liberi”.

È difficile perdonare chi ti ha bullizzato?

 Molto! Però ho cercato di perdonare. Sono cristiana e credo nel perdono. Insomma…vorrei tanto un posto in Paradiso anche io! Ma nello stesso tempo, probabilmente sbaglio: non voglio avere più niente a che fare con il resto della mia vecchia classe (anche con chi si salvava). È capitato di rivedere un paio di ex compagni di classe. Li ho salutati, li ho trattati bene. Ma non sono voluta andare oltre ed ho troncato il discorso con loro già dall’inizio, facendo capire il male che mi avevano fatto. Un bullo, per essere tale, forse, avrà sicuramente problemi alle spalle. È difficile dispensare consigli a chi in realtà vorrebbe avere solo un aiuto. Ma bisogna ricordare che il bene genera bene e il male genera il male, per sé stessi e per gli altri. Sta a noi scegliere da che parte stare”.

Sei una sportiva ed una tifosa. Quanto pensi che lo sport possa aiutare le vittime di bullismo e anche i bulli?

 “Tanto! Lo sport scarica tutto lo stress accumulato. È salutare sia per il corpo che per la mente. Se l’ambiente è sano lo sport può essere salvifico ancora di più. Proprio dal suo ruolo si dovrebbe partire per contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Gli sportivi possono essere uno stimolo positivo per prevenire questi fenomeni, e anche per aiutare le vittime ad aprirsi, ad essere più estroverse e ad avere una maggiore sicurezza in sé stesse. L’attività sportiva sana, e lontana da interessi economici e obiettivi irraggiungibili, è un alleato fondamentale nella lotta al bullismo per il suo indubbio valore sociale ed educativo. La palestra o un campo sportivo rappresentano un ambiente sereno, sincero, leale, una positiva valvola di sfogo per scaricare quelle tensioni che altrimenti esploderebbero in cattivi atteggiamenti. Inoltre educare allo sport, secondo me, significa formare ragazzi consapevoli e responsabili, capaci di scendere in campo contro violenza ed esclusione. Lo sport è  un mezzo di aggregazione per ‘fare squadra’, e puntare sulla crescita l’autostima. Con i suoi principi e le sue regole, lo Sport è uno dei mezzi più efficaci per prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo”.

A te lo sport come ha aiutato?

 “Lo sport è il mio mondo! Ho giocato diversi anni a pallavolo, con l’Arabona Volley di Manoppello, vincendo anche qualche titolo a livello provinciale/regionale. Ho avuto la fortuna e l’onore di avere come allenatore il magnifico Simone Di Tommaso che ora è mister della nazionale italiana maschile di beach-volley. Farà strano vederlo in TV alle prossime olimpiadi ed ai prossimi mondiali, ma Simone lo merita tanto! Lo sport mi ha fatto aprire la mente. Impari la convivenza, la solidarietà, la gentilezza ed il rispetto per sé stessi e per gli altri. Se vissuto in modo sano lo sport fa miracoli! Ho sempre sognato di continuare a giocare a pallavolo fino alla pensione sportiva ma per problemi fisici il mio sogno è stato infranto. Amo tantissimo il calcio, come anche la scherma, la ginnastica ritmica e artistica, l’atletica e tanti altri rami. Da piccola leggevo Il Messaggero con il Corriere dello Sport. Rifiutavo i libri a fumetti per sapere qualcosa sulle gare e sulle partite in generale. Tifo Roma, subito dopo anche il Pescara, il Frosinone e il Lanciano. Frosinone e Lanciano perché sono frentana ma ho anche metà sangue ciociaro e romano, quindi sono cose connesse anche alla propria terra d’origine. Sono e cerco di essere sportiva… sì sono sportiva anche con la Lazio, rivale eterna della Roma, che fondamentalmente è una bella squadra. Sono stata fortunata nel vedere, conoscere e regalare il mio libro al capitano Francesco Totti. Uomo e giocatore di altri tempi. Per i romani e per i romanisti Totti è sinonimo di Roma e Roma è viceversa lui. Grazie al Pescara Calcio a maggio dello scorso anno è stata fatta una giornata di beneficenza a favore dell’AGBE di Pescara dove sono volontaria. Vedere i maggiori campioni del calcio scendere in campo per la tua associazione è stato stupendo. Non sembrava vero. A tutt’ora non trovo parole per ringraziare l’AGBE per questa opportunità. C’è anche un altro campione che sta nel mio cuore…purtroppo non romanista. Federico Chiesa della Juventus. Fa strano tifare un giocatore diverso dalla tua squadra. Ma quando vedi impegno, passione e amore per ciò che fai, allora vuol dire che hai la capacità e la maturità per diventare campione non solo in campo ma anche fuori. E Chiesa lo è”.

Ti senti di ringraziare qualcuno?

 “Guarda, farei un elenco enorme perché ogni persona sincera e rispettosa che ho incontrato mi ha sempre insegnato qualcosa, anche nel piccolo… o meglio, specialmente nel piccolo. Quindi ringrazio tutti quelli che in un modo o nell’altro mi hanno insegnato qualcosa. Potrei partire dai miei genitori per poi arrivare a parenti ed amici. Dai medici dell’oncologia di Pescara all’AGBE. Dagli insegnanti onesti che ho avuto fino ad arrivare ai miei allenatori. Dal mio editore agli autori della Masciulli Edizioni…anche a te che mi sei amica e che mi stai intervistando. Dalle persone che ho conosciuto nel mio percorso religioso ai parroci a cui voglio un gran bene. Cioè non ho resistito…praticamente ho elencato tutte le ‘categorie’!”.

Stai partecipando alla Fiera del Libro Summer Festival online. Raccontaci questa esperienza.

 “La Fiera del Libro Summer Festival è un evento online nata dall’idea di Silvana Carolla e Simone Taormina, che ringrazio. Questi due ragazzi sono stati i promotori della Fiera del Libro di Brindisi dove ha partecipato il nostro editore Alessio Masciulli con i libri della Masciulli Edizioni. In quell’occasione hanno pensato di fare una fiera del libro online chiamata Selfestival, svolta dal 24 maggio al 7 giugno. La manifestazione è andata così bene da provare a ripeterla, in versione estiva, dal 15 luglio al 30 luglio. Parteciperò per la seconda volta. Mi piace perché con Silvana ci sentiamo spesso ormai per via dell’organizzazione dell’evento tra interviste e cose varie inerenti al libro… e in più è coinvolgente perché ci sono tanti libri che ho scoperto essere stupendi ed è un modo per ampliare di più la cultura letteraria. Oltre la lettura di saggi storici e religiosi, ultimamente mi sta appassionando la poesia. Vedremo se in questa occasione parteciperanno autori di libri poetici”.

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