Al Florian: “Pasquarosa” studio per una pittrice

pasquarosa al florian di Pescara

Il penultimo appuntamento della rassegna Femminile Plurale/l’arte delle donne, che sta suscitando grande interesse e apprezzamento del pubblico, è al Florian Espace giovedì 30 marzo alle 20.45 con “Pasquarosa – studio per una pittrice” di e con Gloria Sapio e Maurizio Repetto della compagnia Settimo Cielo da Roma e Arsoli, spettacolo già vincitore del Premio il Paese delle donne & Donna e Poesia nel 2014.

La storia è quella di Nino e Pasquarosa, due giovani che si incontrano agli inizi del Novecento. Lui è pittore, lei una giovane contadina che, seguendo la tradizione delle donne del suo paese, Anticoli Corrado, si presta a fare la modella. Lei è bella e lui spavaldo. Si innamorano, si sposano, hanno due figli e attraversano, mano nella mano, quasi un secolo di vita nel segno dell’Arte.

Una delle prime immagini di Pasquarosa Marcelli la ritrae bambina, stretta nel busto a stecche e con ai piedi scarpe infinitamente troppo grandi, lo sguardo già profondo e lontano, modella ancora imberbe ma già icona. In quell’abito, in quell’atteggiamento l’essenza e il presagio del suo divenire: da contadina a ninfa sottile e liberty nelle sculture di Nicola d’Antino (il “nostro” Nicola D’Antino, scultore di Caramanico, già allievo di Michetti, e autore tra l’altro della Fontana Luminosa dell’Aquila, e delle statue che adornavano il Ponte Risorgimento di Pescara, trafugate dai tedeschi), al nudo roseo e sensuale innumerevolmente ritratto dal marito Nino Bertoletti.

Pasquarosa diventa pittrice, dai colori incredibili buttati di getto sulla tela, e anche molto famosa – partecipa ripetutamente all’Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione Romana, alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma ed espone anche all’estero – lui è il suo pigmalione. Con lui frequenta il mondo degli intellettuali della sua epoca, da protagonista vivace di tutto un Novecento romano fatto di amici che si chiamano Pirandello, Capogrossi, Carena, De Chirico, Soffici, Cecchi, Guttuso, Morante, Moravia, Tofano.

Il mito delle contadine anticolane analfabete che tra l’Otto e il Novecento diventano muse, modelle dei pittori, per poi sbocciare come artiste conquistandosi un ruolo nella vita intellettuale del Paese, in un’Italia ancora lontana dal diritto al voto per le donne, ha qualcosa di stupefacente. L’incarnazione stessa di questa metamorfosi è Pasquarosa Marcelli (Articoli Corrado 1896 – Lido di Camaiore 1973) la quale trovò nel marito, il pittore Nino Bertoletti un uomo capace non solo di amarla ma di comprendere ed esaltare le sue doti artistiche, senza mai prevaricare, cosa rara data l’epoca storica. Ciò che colpisce nella loro vicenda personale è questo rapporto di complicità reciproca, così moderno perché tutto sommato paritario. Impossibile, quindi, parlare dell’una senza l’altro. Il loro sodalizio, mai svincolato dall’Arte che era una professione e una fede praticata da entrambi, percorse il secolo, attraversò due guerre e permeò tutto il loro vivere.

In scena gli attori restituiscono un’immagine “sensibile” di Pasquarosa, in una partitura a due che, non senza ironia, diventa “ritratto di famiglia in un interno”, mettendo in primo piano il sapore e il clima di un novecento italiano, colto, sperimentale e innovativo.

“…una storia tenera e dolce… Un lavoro che ha avvinto il pubblico per la felice intuizione di far procedere la storia privata con quella italiana”. Nico Nanni – Il Gazzettino del Nord-Est

 

postPLAY a seguire, la sera dopo lo spettacolo la Compagnia incontra il pubblico in dialogo con Sibilla Panerai, storica dell’arte, Università “G. D’Annunzio” Pescara.

Biglietto 12 €, ridotto 10. Si consiglia di prenotare al 393/9350933 (anche whatsapp) e 085/2059278.

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