FemminilePlurale / l’Arte delle Donne 2023

finalmente sola

“Femminile Plurale – l’Arte delle Donne” marzo-aprile 2023 : spettacoli dal vivo di teatro, musica, presentazioni di libri, accadimenti video e realizzazioni interdisciplinari.

Seconda edizione della rassegna, promossa dal Florian Metateatro, che mette al centro la creatività femminile e i temi della disparità di genere, a cura di Giulia Basel, Anna Paola Vellaccio, Chiara Sanvitale, Isabella Micati.

Quest’anno con una dedica e un pensiero rivolti alla lotta delle ragazze e delle donne Iraniane ed al loro grido Donna Vita Libertà.

Gli spettacoli, tutti al FLORIAN ESPACE (via Valle Roveto 39), sono seguiti da postPLAY storie di donne, d’arte e di teatro, approfondimenti ed interazioni tra artiste/i, ospiti, spettatori e spettatrici in cui si alterneranno con le curatrici, Maristella Lippolis, Davide Silvestri, Sibilla Panerai e Gerarta Theji Ballo.

I postPLAY potranno essere seguiti anche in diretta streaming, a cura di Alessio Tessitore.

Si comincia sabato 4 alle ore 20,45 e domenica 5 marzo alle 18.00, con Sono partita di sera, un intenso omaggio a Gabriella Ferri, che Valentina De Giovanni rende in scena ripercorrendo la vita dell’indimenticabile artista romana e cantando mirabilmente le sue canzoni, restituendoci la sua immensità e la sua straziante malinconia. È il racconto a ritroso del coraggio spensierato di una ragazza che vendeva le lamette per strada, aveva le scarpe con la para e un padre che ballava. “Pasolini mangiava qua sotto. La Magnani sempre il cappottello e una pacca sulla spalla. Gli occhi scintillavano. Fellini mi voleva al Circo. Mina mi passava a prendere sulla Tuscolana”.

Venerdi 10 marzo alle 20,45 sarà Paola Giglio con il pluripremiato spettacolo Finalmente sola a indagare le dinamiche amorose con sarcasmo ed ironia, toccando anche il tema purtroppo sempre attuale dei rapporti violenti. “Un lavoro serissimo dove si ride tantissimo, pieno di ritmo e di idee” (Dramma.it). Nel postPLAY verrà presentata “Amleta”, associazione nata per contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo

Sabato 18 alle ore 20,45 e domenica 19 marzo alle 18.00, I treni della felicità del Teatro della Tosse di Genova ci racconterà un capitolo dimenticato, straziante ed edificante, della nostra storia: nell’immediato dopoguerra le donne dell’Udi organizzarono convogli di bambini (circa 70 mila) dalle zone più povere e stremate dalla guerra verso l’Alta Italia, dove trovarono accoglienza in famiglie non particolarmente abbienti, in nome della solidarietà e della ricostruzione. Storie di abbandoni, di dialetti incomprensibili, di abbracci senza smancerie. Un affresco di personaggi attraverso l’azione politica e solidale delle donne.

Venerdi 24 marzo alle 20,45 sarà la volta del reading musicale Te la sei cercata! an Artivist show, dove il neologismo Artivismo unisce la parola arte, in questo caso musica e cantautorato, e attivismo e nasce dall’incontro di Miriam Ricordi, cantautrice eccentrica, scanzonata e spregiudicata, e Benedetta La Penna attivista femminista, speaker radiofonica di Radio Città Pescara e redattrice di BL Magazine, libraia e operatrice culturale. Entrambe classe ‘90, ripercorreranno attraverso testi e canzoni le battaglie del femminismo e della comunità LGBT.

Giovedì 30 marzo alle ore 20.45 (con replica il 31 in matinée) Gloria Sapio e Maurizio Repetto in PASQUAROSA studio per una pittrice ci presentano, attraverso la storia esemplare di Pasquarosa Marcelli e suo marito Nino Bertoletti, il mito delle contadine anticolane analfabete che tra l’Otto e il Novecento diventano muse, modelle dei pittori, per poi sbocciare come artiste conquistandosi un ruolo nella vita intellettuale del Paese, in un’Italia ancora lontana dal diritto al voto per le donne.

Infine mercoledì 5 aprile ore 20.45 chiude la rassegna il concerto-spettacolo SARABANDA POSTCOMUNISTA un monologo in jazz di e con Irida Gjergji, voce e viola, con Christian Mascetta alla chitarra. Una biografia traslata e musicata sul tema delle radici: lampi di storia dell’Albania abbandonata e dell’Italia vissuta, accompagnati dallo scorrere fluido e sincopato del jazz e dai tempi dispari, quasi imprevedibili, delle danze balcaniche, che colorano le atmosfere, ora nostalgiche ora divertenti.

 

Di seguito le schede degli spettacoli:

 

sabato 4 marzo ore 20.45

domenica 5 marzo ore 18.00

Florian Metateatro | Compagnia De Giovanni/Piccioni (Pescara/Roma)

SONO PARTITA DI SERA omaggio a Gabriella Ferri | teatro-canzone

da un’idea di Valentina De Giovanni | drammaturgia di Betta Cianchini | con Valentina De Giovanni | chitarra Gabriele Elliott Parrini | disegno luci e regia Camilla Piccioni | costumi Milla

Sono partita di sera è una storia “lieve, lieve” come l’anima della donna che la racconta. Una storia su una Roma che non c’è più. Come non c’è più la voce della più grande artista romana di tutti i tempi: Gabriella Ferri. Le canzoni saranno sì quelle di Gabriella, la grande artista testaccina, interpretate dalla straordinaria attrice e cantante Valentina De Giovanni che riesce a restituirci la sua immensità e la sua straziante malinconia. È il racconto a ritroso del coraggio spensierato di una ragazza che vendeva le lamette per strada, aveva le scarpe con la para e un padre che ballava.

“Pasolini mangiava qua sotto. La Magnani sempre il cappottello e una pacca sulla spalla. Gli occhi scintillavano. Fellini mi voleva al Circo. Mina mi passava a prendere sulla Tuscolana”.

postPLAY a seguire, la sera della prima
la Compagnia incontra il pubblico in dialogo con Giulia Basel, direttrice artistica Florian Metateatro
venerdì 10 marzo ore 20.45

Tangram | Compagnia Prosperi/Giglio (Torino/Roma)

FINALMENTE SOLA | teatro

di e con Paola Giglio | regia e ideazione scenica Marcella Favilla | disegno luci Francesco Bàrbera | foto di scena Andrea Trovato

2018 Miglior Attrice Protagonista e Miglior Allestimento Premio Nazionale Città di Leonforte. 2018 Menzione speciale Premio Giovane Scena delle Donne. 2016 Premio MaldiPalco, Teatro Tangram, Torino. 2015 Premio Anima e Corpo Ass. Candoni.

Qual è il confine tra normale e anormale? Quand’è che una relazione considerata da tutti difficile dovrebbe essere percepita come malata? Finalmente sola indaga le dinamiche amorose guardandole attraverso le lenti dell’ironia e del sarcasmo.

  1. ha fatto un passo avanti nella consapevolezza di sé: non c’è bisogno di avere un uomo accanto per sentirsi completa. C’è voluta una relazione violenta per farglielo capire. E no, non ha avuto un’infanzia difficile, nessun problema in famiglia. Capita anche alle più forti di rimanere invischiate in rapporti malati e pericolosi. È possibile uscirne indenni, senza segni di mani strette sul collo o costole fratturate?

P., che la sua esperienza l’ha avuta ce lo racconterà. Ci dirà tutto. Dall’inizio.

“Un lavoro serissimo dove si ride tantissimo, pieno di ritmo e di idee” Dramma.it

postPLAY a seguire
la Compagnia incontra il pubblico in dialogo con Isabella Micati, operatrice culturale e autrice teatrale e radiofonica. Verrà presentata “Amleta”, associazione nata per contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo.
sabato 18 marzo ore 20.45

domenica 19 marzo ore 18.00

Fondazione Luzzati Teatro della Tosse | Associazione Madè (Genova)

I TRENI DELLA FELICITÀ questa storia nei libri di testo non c’è | teatro

ideazione e regia Laura Sicignano | testo Laura Sicignano e Alessandra Vannucci |

con Fiammetta Bellone, Federica Carruba Toscano, Egle Doria |

musiche originali eseguite dal vivo da Edmondo Romano | scena Francesca Marsella | costumi Daniela de Blasio | luci Luca Serra | foto Donato Aquaro | assistente alla regia e tecnica Francesca Mazzarello

Tre donne di età diverse e di diverse zone d’Italia si interrogano su quanto Storia e Memoria abbiano contribuito a costituire le loro identità presenti. La storia che vogliono narrare è un mito di fondazione dell’Italia e al tempo stesso una storia dimenticata: i “treni della felicità”, episodio dell’immediato secondo dopoguerra che vede protagoniste le donne dell’Udi, nell’organizzazione di convogli che portarono in “Alta Italia” circa 70 mila bambini provenienti da località italiane stremate dal conflitto. Le famiglie accoglievano i bambini in nome di un’Italia da ricostruire. Storie di abbandoni e di accoglienza, di dialetti incomprensibili, di abbracci senza smancerie. Un affresco di personaggi di un’Italia reale ed ideale, vissuta e sognata attraverso l’azione politica e solidale delle donne.

postPLAY a seguire, la sera della prima
la Compagnia incontra il pubblico in dialogo con Maristella Lippolis, scrittrice, Società italiana delle letterate
venerdì 24 marzo ore 20.45

Ricordi/La Penna (Pescara)

TE LA SEI CERCATA! An Artivist Show | reading musicale

di e con Miriam Ricordi chitarra e voce e Benedetta La Penna letture

Te la sei cercata! porta avanti un esempio di Artivismo, un neologismo che unisce la parola Arte, in questo caso musica e cantautorato, e Attivismo e nasce dall’incontro di Miriam Ricordi e Benedetta La Penna, entrambe classe ‘90, unite anche dalla stramba coincidenza delle loro date di nascita: Miriam infatti, è nata il 17 maggio e sei mesi dopo, il 17 novembre, Benedetta. Attivista femminista, speaker radiofonica di Radio Città Pescara e redattrice di BL Magazine, Benedetta è anche libraia e operatrice culturale. Il suo impegno femminista e la sua passione per i libri hanno portato alla originale e puntuale scelta dei testi a volte ironici e a volte provocatori sulle battaglie del femminismo e della comunità LGBT. Miriam è invece una cantautrice eccentrica, scanzonata e spregiudicata come la sua musica. Nasce a Pescara nel 1990 quando l’OMS cancella l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Nel suo secondo album, “Cibo e Sesso”, tratta temi del quotidiano ma anche tematiche sociali. Nello spettacolo suona cover delle più valenti cantautrici italiane come Gianna Nannini, Carmen Consoli ed altre, affiancate dai suoi pezzi storici, creando sempre uno storytelling tra canzoni e letture, tra musica e parole.

postPLAY a seguire
le Interpreti incontrano il pubblico in dialogo con Davide Silvestri, psicologo, La formica viola
giovedì 30 marzo ore 20.45

venerdì 31 marzo matinée

Settimo Cielo (Roma-Arsoli)

PASQUAROSA studio per una pittrice | teatro

di e con Gloria Sapio e Maurizio Repetto | dai ricordi di Paolo Bertoletti | musiche Andrea Cauduro e Fabio R. Marianelli | regia Alessandro Minati

premio “Il Paese delle donne & Donna e Poesia” 2014

La storia è quella di Nino e Pasquarosa, due giovani che si incontrano agli inizi del Novecento. Lui è pittore, lei una giovane contadina che, seguendo la tradizione delle donne del suo paese, Anticoli Corrado, si presta a fare la modella. Lei è bella e lui spavaldo. Si innamorano, si sposano, hanno due figli e attraversano, mano nella mano, quasi un secolo di vita. Lei diventa pittrice e anche molto famosa, lui è il suo pigmalione. Insieme frequentano il mondo degli intellettuali della loro epoca, sono amici di Pirandello, di Corrado Alvaro, di Guttuso, di Bontempelli.

Il mito delle contadine anticolane analfabete che tra l’Otto e il Novecento diventano muse, modelle dei pittori, per poi sbocciare come artiste conquistandosi un ruolo nella vita intellettuale del Paese, in un’Italia ancora lontana dal diritto al voto per le donne, ha qualcosa di stupefacente. L’incarnazione stessa di questa metamorfosi è Pasquarosa Marcelli che trovò nel marito, il pittore Nino Bertoletti un uomo capace non solo di amarla ma di comprenderne ed esaltarne le doti artistiche, senza mai prevaricare, cosa rara data l’epoca storica e ancor oggi non certo scontata.

postPLAY a seguire, la sera della prima
la Compagnia incontra il pubblico in dialogo con Sibilla Panerai, storica dell’arte, Università “G. D’Annunzio” Pescara
mercoledì 5 aprile ore 20.45

Gjergji/Mascetta (Pescara/Chieti)

SARABANDA POSTCOMUNISTA un monologo in jazz | concerto-spettacolo

di Irida Gjergji | con Irida Gjergji voce e viola | Christian Mascetta chitarra |

collaborazione alla drammaturgia e alla messa in scena Andrea Cosentino | occhio interno/esterno Luljeta Gjergji

Una biografia traslata e musicata sul tema delle radici. Sulla condizione dell’emigrare / immigrare, sull’incertezza di questo doppio passo. Il passo forzato verso la nuova terra, la nuova cultura, e il desiderio di ritrovarsi e riconoscere le proprie radici. Lo spettacolo è il risultato dell’incontro tra un’attrice e violista classica albanese, immigrata da più di dieci anni, e un chitarrista italiano di estrazione jazzistica che si muovono a proprio agio tra i canoni della musica balcanica e la composizione di brani originali. I racconti mettono in risalto lampi di storia dell’Albania abbandonata e dell’Italia vissuta, accompagnati dallo scorrere fluido e sincopato del jazz e dai tempi dispari, quasi imprevedibili, delle danze balcaniche, che colorano le atmosfere, ora nostalgiche ora divertenti. In Sarabanda Postcomunista si balla dentro il racconto, un flusso che parla del crescere e del diventare, che riflette sul passato e sul presente per inventare il futuro, un luogo in cui tutti siamo stranieri.

postPLAY a seguire
la Compagnia incontra il pubblico in dialogo con Gerarta Zheji Ballo, giornalista e osservatrice internazionale, attivista per le attività interculturali e di integrazione e dei rapporti Italia-Albania.

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