Paola De Florentiis: “Il servizio funerario femminile? Una priorità”

Paola De Florentiis

Il papà di Paola, Giancarlo De Florentiis inizia la sua attività nel 1955 frutto dell’esperienza e della professionalità di suo padre, ed ancor prima da suo nonno.

Dal 2017 è Paola De Florentiis a guidare l’azienda ed è la prima donna a Pescara titolare di un’agenzia di Onoranze funebri

Sul sito dell’azienda si legge: “Un funerale è sempre un momento solenne a cui va data la massima attenzione e rispetto, sia per il defunto che per le persone a lui care.”

Rispetto, cura, attenzione e solennità che si riscontrano in Paola Di Florentiis che abbiamo intervistato per farci raccontare la sua esperienza di imprenditrice.

C’è un aspetto che Paola ci ha fatto subito notare e che rappresenta il tratto distintivo del suo modo di fare impresa; e ce lo racconta con un esempio pratico:

Papà aveva deciso di lasciare in quel periodo e fui io a intervenire quando un amico mi chiamò per sua figlia che aveva scelto di compiere un atto estremo. Andai e toccai con mano la realtà: quattro uomini che si occuparono di quella ragazza. Tornata a casa disse a papà: ‘Dobbiamo riaprire l’azienda e fare un servizio femminile’. Qualche mese dopo papà mi disse: ‘Riapro l’attività solo per te’.

Il servizio femminile e il servizio maschile, un’eccellenza della Paola De Florentiis che mette in risalto la sua attenzione per il defunto e la defunta che si spiega così:

Noi donne siamo un mondo a parte in ogni momento, anche nel passaggio della vita alla morte. Il personale femminile quindi fa dei controlli accurati proprio perché siamo donne. Un esempio? Un’unghia da sistemare, i capelli da pettinare, il vestito da sistemare, etc.. Con questo servizio vogliamo che il termine Onoranze non sia più svilente per una donna la quale merita tutte le cure e le piccole attenzioni che ha avuto durante la sua vita. Dettagli e osservazioni che, giustamente, un uomo non può avere; gli uomini si conoscono e capiscono tra di loro, infatti io non mi intrometto nella preparazione di un defunto. Non tollero ingerenze, ognuno fa il suo lavoro.

Paola de Florentiis

Com’è cambiato il tuo lavoro nel corso degli anni?

“A livello informatico c’è un abisso; ricordo mio padre che portava i manifesti funebri alla tipografia. Ora facciamo tutto da soli, siamo diventati più reattivi e autonomi a livello logistico. Economicamente? Non è cambiato tantissimo sotto questo aspetto anche perché le nostre casse oggi devono rispettare i dettami di legge come timbrate a fuoco ed essere italiane. Certo, c’è cassa e cassa ed è per questo che abbiamo una distinzione tra lusso ed economico ma la qualità è sempre alta e accurata”.

Quali gli altri punti di forza dell’azienda?

“Forse io… in quanto da una donna probabilmente non ci si aspetta questo modo di lavorare. Dobbiamo pensare che il nostro lavoro non può essere ripetuto; se la perfezione non esiste dobbiamo provare a fare del nostro meglio. Ed è quello che faccio io ogni giorno, lavoro pensando che lo sto facendo per me, faccio ciò che vorrei venisse fatto a me. Ricordo, ad esempio, il mio primo servizio e il complimento più bello che papà potesse farmi: ‘Avevo in casa una becchina e non lo sapevo’. Quel giorno mi venne tutto naturale, sarà che ho vissuto vedendolo lavorare di giorno come falegname e facendo i compiti con lui mentre si vestiva per un funerale”.

Un lavoro che vede crescere l’attenzione per il defunto anche, per esempio, sotto il profilo dell’estetica.

“Per me il defunto è sacrosanto, sono abbastanza tignosa nello svolgere il mio lavoro al punto tale che non mi riconosco nemmeno io”.

Imprenditoria al femminile, ne sei un esempio considerando il settore delicato…

“Noi donne sicuramente manchiamo della forza fisica nel sollevare una cassa, ad esempio ma siamo in grado di compensare con l’intelletto e siamo più attente a tutto a partire dal confronto di una famiglia a cui è venuta a mancare una persona cara. Fortunatamente le cose sono cambiate, prima questo era un lavoro esclusivamente maschile, oggi invece le donne sono presenti in un numero maggiore. E proprio in forza di questo, spero che il servizio femminile venga preso in considerazione in modo sempre maggiore”.

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