Mariaester Graziano, “La Mistica Della Marmellata”

Mariester Graziano

Dieci anni fa il dramma di una città, L’Aquila. La scrittrice Mariaester Graziano si è ispirata a questo tragico spartiacque della sua vita e di quella di molti altri per il suo ultimo libro, La Mistica Della Marmellata.

Il libro è un viaggio nella memoria della protagonista, sempre in bilico tra presente e memoria; la scrittura è vibrante, non sempre facile e immediata, ma mai banale e soprattutto intrisa di forti emozioni. Tra tanti omaggi per i dieci anni dal tragico sisma, ci è parso uno dei più sentiti e sinceri. L’abbiamo intervistata.

Come ti sei avvicinata al mondo della scrittura?

È la scrittura che si è avvicinata a me. Mi ha preso per mano e mi ha condotto dove voleva lei fin da quando ero bambina. Poi dopo un grave incidente e un problema di salute che mi ha portato all’isolamento per anni e vicino alla morte, è diventata un rifugio e una nuova gestazione di vita.

Sei insegnante della scuola primaria ma hai già all’attivo diverse pubblicazioni e anche alcuni premi vinti. Ti senti più insegnante o scrittrice? C’è qualcosa in comune tra queste due “vocazioni”?

Forse non mi sento fino in fondo nessuna delle due cose. Sono nei confronti dei bambini e della scrittura un’alunna: imparo in entrambi i casi a vivere di più, a morire di meno, a costruire un’eternità fatta di micro-esistenze e parole. Ringrazio per la possibilità di questo percorso.

La mistica della marmellata è un titolo che non ci si scrolla di dosso facilmente, rimane impresso nella memoria. Ci vuoi spiegare il suo significato e la sua origine?

Il sapere sembra essersi disciplinato in due direzioni: verticale, quello introspettivo e spirituale, e orizzontale, quello piatto e omologante. La prima è metaforicamente rappresentata dalla complementarietà, dalle tradizioni tramandate e dalla cooperazione per la preparazione della marmellata di mamma fatta in casa, confezionata, sigillata da un’impronta unica e riconoscibile, identificata come vero dono d’amore. La seconda è rappresentata dalle marmellate industriali impilate come soldatini sugli scaffali, senza la densità privata del ripensamento e della diversità. La mistica della marmellata vuole disincarnarsi da questa bidirezionalità preferendo le direzioni divergenti, oblique che a volte porteranno anche alla frantumazione, alla perdita, sentite anche queste come occasione.

Il vetro e soprattutto gli specchi sono al centro della narrazione. Cosa simboleggiano?

Per dirla con Foucault, lo specchio è un elemento eterotropico, la possibilità di essere in un altrove, nel parallelismo di un tempo che precipita nel passato e nel tempo scardinando ancora una volta la bidirezionalità. È ri-flessione, ripiegarsi su se stessi per guardare in un modo nuovo anche agli altri da diverse prospettive.

Il terremoto del 2009 segna uno spartiacque nella memoria della protagonista. Cosa ha significato questo tragico evento nella vita di Mariaester?

Ha significato proprio questo: luogo altrove, ripensamento, possibilità di nuove prospettive passando però attraverso lo smarrimento di tutti i luoghi precedenti, perfino quelli che si credevano certi della propria identità. Niente più specchi su cui guardarsi, né vetri di finestre a cui affacciarsi. Sopravviveva il luogo alterato della televisione dove crolli e numero dei morti era contato tra l’indifferenza dei numeri Auditel, dei quiz show e degli spot.

Il tuo stile di scrittura è molto particolare, sembra molto istintivo ed emozionale. Scrivere per te è una sorta di catarsi o invece c’è qualcosa di più razionale?

Emozionale mi piace. E-mozione, muovere verso. È un viaggio vagabondo, la mia scrittura, tra la catarsi e il ripensamento, l’amore per la parola e i suoi significati a “specchio” mutidirezionali.

Sappiamo di un progetto che dovrebbe coinvolgere 99 artisti, ci vuoi dire qualcosa di più?

La scrittura è prima di tutto un incontro e questo l’ho scoperto ancora di più con quest’ultimo libro. Per onorare questo dono mi piacerebbe condividerlo cercando 99 Artisti di vario genere disposti a fare un piccolo video con poche frasi del libro La mistica della marmellata intervenendo col proprio contributo artistico. 99 è il numero infranto della città di L’Aquila. Io credo in un recupero del numero attraverso la ricostruzione di una consapevolezza unitaria che passa attraverso musica scrittura recitazione e creatività. Se si raggiungerà l’obiettivo contribuiremo a fare un evento aggregativo finale.

E invece, per quanto riguarda la scrittura, hai già qualcosa in cantiere?

Ho altri due libri in via di definizione. C’è anche il progetto a cui vorrei collaborare dell’Unipopam per mettere in campo saperi condivisibili e trasversali, sdoganati dalla settorialita’ e dalla segmentazione anagrafica. L’Ateneo dei piccoli e la farmacia dei libri sono due degli esempi in cantiere.

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