UFO a Pescara: la storia dimenticata del 1978

Gli UFO a Pescara nel 1978 - RicostruzioneGli UFO a Pescara nel 1978 - Ricostruzione

Tante sono le leggende metropolitane di Pescara, nascoste tra le pieghe della storia della nostra città; una delle più famose, ma forse un po’ dimenticata, è quella legata agli UFO e alle vicende dell’autunno del 1978. Quella che vi raccontiamo oggi.

Il 1978 è un anno particolare, denso di eventi come forse mai prima; è l’anno delle Brigate Rosse e dell’uccisione di Aldo Moro, è l’anno delle dimissioni di Leone da Presidente della Repubblica e di Pertini, il “partigiano come presidente”. Ma è anche un anno con tre papi, a causa del pontificato lampo di Papa Luciani e l’anno dell’Argentina campione mondiale di calcio.

Anche in Abruzzo il 1978 si fa ricordare per l’onda anomala che investì la nostra regione e, soprattutto, per i fatti che presero il via nella notte tra il 14 e il 15 ottobre.

La notte dell’invasione degli extra terrestri in Abruzzo.

“Incontri ravvicinati del terzo tipo”, il capolavoro di Steven Spielberg che ha sdoganato la figura dell’alieno “buono” è uscito appena un anno prima e nel mondo mai è stata così forte la psicosi UFO; ovunque si susseguono avvistamenti e storie più o meno credibili di abduction, i cosiddetti rapimenti alieni. Lungo le nostre coste la notte del 14 ottobre è una notte come le altre, i pescherecci sono in mare per riportare il pesce, e con esso il pane, a casa, la Capitaneria di Porto svolge il suo lavoro pattugliando le coste senza prospettive di grosse sorprese.

Ma il colpo di scena è in agguato.

UFO a Pescara - Ricostruzione

UFO a Pescara – Ricostruzione

Una serie di fenomeni, naturali e forse non, iniziano ad essere segnalati lungo la costa, in particolare nel tratto tra Ortona e San Benedetto.

Colonne d’acqua che si sollevano dall’Adriatico senza apparente motivo, macchie nere e luci violacee al loro interno. Secondo alcuni le colonne raggiungono l’altezza di venti metri e lasciano attorno tutto un ribollire delle acque. A Martinsicuro vengono avvistati corpi luminosi librarsi sul mare. Ovunque le bussole impazziscono, mandando le barche fuori rotta, e la nebbia scende all’improvviso in modo sinistro, come nel classico “The Fog” di Carpenter.

I testimoni sono decine e, in quasi tutti i casi, attendibili, ma non basta. Fenomeni strani accadono anche, nello stesso momento, sul Gran Sasso. A Pietracamela, un borgo in provincia di Teramo, arroccato alle pendici della montagna, c’è una centrale elettrica, la Centrale Elettrica Ferri. Gli operai che vi fanno servizio di notte vedono un oggetto luminoso arancione stazionare sopra lo stabilimento, mandando in tilt una serie di macchinari, tra cui un alternatore dismesso, e bloccando di fatto l’attività della centrale, tanto che nei giorni successivi saranno necessarie una serie di riparazioni.

UFO sul Gran Sasso - Ricostruzione

UFO sul Gran Sasso – Ricostruzione

Lo chiamano “Triangolo dell’Adriatico”, ispirandosi al celebre Triangolo delle Bermuda, il fazzoletto di Oceano Atlantico dove navi e aerei spariscono come in un numero di David Copperfield, reso popolare all’epoca da una serie di film, documentari e scritti di pseudo studiosi come Charles Berlitz e Peter Kolosimo. I vertici sono punti al largo di Ancona, Pescara e sul Gran Sasso.

Ma quella notte non c’è spazio solo per il mistero, avviene anche una tragedia.

Vittorio e Gianfranco De Fulgentiis sono due marinai esperti di Martinsicuro e quella notte sono in mare al largo di San Benedetto, sul loro peschereccio “Francesco Padre”. L’imbarcazione naufraga, forse proprio in seguito agli strani fenomeni e i due perdono la vita. Si disse che, quando vennero ripescati, uno dei due avesse ancora stampata in volto un’espressione di terrore e nessuna traccia d’acqua nei polmoni.

Le segnalazioni alle forze dell’ordine sono molteplici, i centralini impazziscono e Pescara diventa per qualche giorno l’obiettivo di mezzo mondo mediatico; arrivano troupe da tutto il mondo, si ricorda un’interminabile diretta di Emilio Fede, allora  ancora in Rai. Anche recentemente il caso è stato trattato dal programma di misteri “Voyager”.

La notte ha finalmente fine e iniziano le indagini, molto accurate, della Capitaneria di Porto, che porteranno ad un ulteriore fatto misterioso. La notte del 9 novembre (il 9/11, un numero che farebbe la gioia di complottisti e cabalisti), la vedetta CP2018 si trova a largo di Silvi Marina quando di nuovo le strumentazioni impazziscono e le comunicazioni radio si fanno disturbate, nuove luci appaiono agli occhi allenati e attendibili degli ufficiali, il radar diventa nero. Tra mille difficoltà radio, la base ordina subito di abbandonare la zona.

La psicosi si diffonde. I pescatori, gente dura abituata per mestiere al pericolo, sono inquieti, hanno paura a uscire la notte in mare. Oscure leggende iniziano a diffondersi: sotto i mari abruzzesi sono presenti basi UFO e nei cieli si combatte una guerra tra alieni buoni e alieni cattivi.

Le indagini scientifiche vanno avanti e il responso è inequivocabile: effettivamente dei muri d’acqua alti fino a 8-10 metri viene confermata la presenza, ma si tratta di metano, abbondante nel sottosuolo, fuoriuscito da crepe nei fondali che, misto ad altri gas e fango, si incendia nel violento contatto con l’atmosfera, dando luogo alle luci e ai vari fenomeni collaterali. La vicenda sarebbe quindi una bolla di sapone, luminosa ma priva di misteri.

I fatti danno ragione alla scienza, come sempre, e di invasioni aliene e guerre di UFO non c’è più traccia; i pescatori piano piano tornano alla normalità delle loro vite in mare e presto la maggior parte delle persone dimenticano il breve autunno alieno abruzzese.

Come spesso accade, però, rimane pervicace un piccolo culto di appassionati attorno alla vicenda, con le spiegazioni più assurde e la nascita di leggende metropolitane. Vi riportiamo le più pittoresche.

Gli avvenimenti sarebbero stati causati da una guerra di sommergibili americani e sovietici nei nostri fondali; quando venne fatto notare che, in fondali profondi 23 metri, i sottomarini proprio non stavano, si passò ai mini sommergibili. Peccato che questi li avrebbero dovuti trasportare unità navali USA e URSS di cui non c’era traccia nelle nostre coste.

Il “Caso Amicizia”, che meriterebbe una trattazione a parte, e forse lo faremo, che ipotizzava la presenza tra Abruzzo e Marche di due fazioni aliene, i W56, buoni, e i Contrari, ovviamente cattivi, che combatterono una veloce guerra nei nostri cieli con fuga finale dei primi.

La presenza di basi UFO sotto l’Adriatico e sotto il Gran Sasso, queste ultime col benestare delle autorità locali che sarebbero da tempo a conoscenza del fatto; vicenda che ricorda quella dell’esperimento SOX di questi giorni, contendendo la palma della bufala a quelli de “Le Iene”.

Sotto il Gran Sasso sarebbero presenti basi per lo studio degli alieni, sulla falsariga della fantomatica Area 51 americana.

Sul Gran Sasso sarebbero presenti porte dimensionali, avvistate anche da alpinisti, che permetterebbero l’accesso ad altri mondi.

Una storia, insomma, che continua ancora oggi a far discutere, sognare e, nei casi più bizzarri, sorridere. Una spiegazione scientifica che ovviamente non accontenta i fan del mistero e una serie di spiegazioni alternative che, come sempre, vedono un’impennata nell’uso del condizionale ogni volta che le si affronta.

E, come sempre, tutti voi potete scegliere a cosa credere, con la vostra testa.

Fino al prossimo avvistamento.

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