Giorgia Meloni a Pescara

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E’ giunta a Pescara per presentare il suo nuovo progetto politico l’onorevole Giorgia Meloni, accolta nella sala Consiliare del Comune da molte persone presenti all’incontro.

L’onorevole ha accolto con viva soddisfazione l’adesione in Consiglio comunale della Lista Pescara in Testa.

La presidente Meloni di Fratelli d’Italia, nel corso di questo incontro ha toccato vari temi che stanno caratterizzando il paese, da quello sui rifugiati, gestito con dilettantismo e senza regole a quello dell’Europa, che pretende di dettare regolamenti solo per favorire i poteri forti dell’economia.  L’onorevole Meloni ha sottolineato come in Fratelli d’Italia si lavori per risolvere i problemi delle collettività.

“E’ quello che abbiamo fatto in Sicilia con Musumeci ed è quello che contiamo di fare nel resto del Paese. Onestà e Competenza questi i requisiti indispensabili. Competenza, che non hanno i rappresentanti del M5S che pretendono di amministrare grandi città senza avere le competenze necessarie.

Sui problemi nazionali ha aggiunto:  “Il teletrasporto non ce l’ho. Ci deve essere stata qualche incomprensione, perché non era fissato un pranzo col presidente Berlusconi e io sono qui. Ci vedremo sicuramente nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Ci sono tante cose complesse di cui discutere, dalle elezioni politiche alle elezioni regionali, ma penso che si debba fare, come sempre si e’ detto, un incontro a tre per definire tutto quanto insieme”.

E, durante il breve incontro con i giornalisti la Meloni, ha il tempo anche di rispondere sugli Spada: “Voglio ribadire – afferma il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni – che noi non abbiamo mai avuto e non abbiamo nulla a che fare con gli Spada. Dispiace che si debba fare una campagna elettorale parlando sostanzialmente del comportamento di una persona che non è una brava persona. Noi combattiamo la mafia a 360 gradi su tutto il territorio nazionale dall’inizio della nostra storia politica”.

“Un soggetto che comanda e che può dare ordini all’interno del sodalizio”. Così definiscono Roberto Spada alcuni collaboratori di giustizia in verbali citati nel decreto di fermo per la vicenda dell’aggressione avvenuta il 7 novembre scorso ad Ostia ai danni di un giornalista della Rai e del cameraman. Nel provvedimento di 20 pagine i pm Giovanni Musarò e Ilaria Calò ricostruiscono il contesto criminale e mafioso in cui si è consumata la vicenda. In particolare per definire la figura del fermato, che ha precedenti che risalgono agli anni ’90 per reati di furto e ricettazione, i magistrati citano le “dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Micheal Cardoni e Tamara Ianni” che su Spada hanno reso in passato “dichiarazioni convergenti” affermando che “appartiene all’omonimo clan con un ruolo di vertice”. Entrambi sostengono che il fermato “coordina il ramo del sodalizio dedito al traffico e alla cessione di sostanze stupefacenti”. Secondo i pentiti il fratello di “Romoletto”, si “è reso responsabile – è detto nel decreto – di una estorsione aggravata dal metodo mafioso, appropriandosi di una abitazione” di una persona “che non gli aveva pagato una partita di sostanza stupefacente”

 

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