“Gli incendi che stanno devastando l’Abruzzo hanno messo a nudo la fragilità del sistema di protezione della natura. E credo sia cosa grave”. Così esordisce Franco Lacché, presidente regionale “Umana dimora” Abruzzo e Molise.
L’incendio che ha colpito la montagna è colpevolmente alimentato dai ritardi irresponsabili di enti e istituzioni, dalla assoluta mancanza di progettazione e programmazione,dalla inadeguatezza di un piano regionale di prevenzione incendi, dalla evidente impreparazione di fronte alla emergenza. Più del 98% degli incendi ha un’origine dolosa e colpisce in modo pesante i nostri boschi perché in gran parte sono abbandonati da anni e senza un indirizzo selviculturale, raramente sono eseguiti interventi di manutenzione del bosco e ciò favorisce la velocità delle fiamme. Molti spostano le responsabilità verso altri per giustificare le loro inadeguatezze e la mala gestione del nostro patrimonio forestale e naturale. Anche quelle associazioni che oggi scendono in piazza per dire no ai roghi hanno indirettamente le loro responsabilità.
Queste associazioni hanno per anni indirizzato la politica di gestione ambientale pensando di gestire i beni di proprietà comune in via esclusiva allontanando cosi la presenza dell’uomo dalla montagna usando ideologicamente la problematica della gestione delle risorse.
L’associazione L’Umana Dimora ha sempre sostenuto che la vita della montagna si difende solo se l’uomo continuerà ad abitare la montagna, che il riequilibrio ambientale delle aree interne ad economia svantaggiata non può avere luogo attraverso la disattenzione degli insediamenti umani, e i disastri ambientali dimostrano che senza un’accorta politica di difesa economica e sociale della presenza dell’uomo nelle aree montane si favorisce il degrado del territorio.
Un’accorta gestione e valorizzazione della montagna e delle sue risorse è un volano di sviluppo per l’economia e l’occupazione per le popolazioni di montagna. E’ compito della politica favorire e sviluppare iniziative imprenditoriali superando i limiti della tutela e dell’assistenzialismo e camminare verso un modello Europeo.
Lo stesso trattato di Maastricht presuppone il conseguimento di una maggiore coesione sociale ed economica delle aree montane con il resto del territorio. Vediamo opportuno formare, incentivare e valorizzare le risorse imprenditoriali esistenti ed evitare le sovrapposizioni e gli eccessi di tutela. Questo il nostro accorato appello al Governatore della nostra regione Luciano D’Alfonso.