di MARINA MORETTI
Tira aria di crisi sul più antico concorso artistico nazionale d’Italia: a un passo dal giorno tradizionalmente dedicato all’inaugurazione annuale del Premio Michetti, a Francavilla tutto tace.
Prima dello stallo attuale ci sono state diverse avvisaglie polemiche. Il primo acuto arriva a marzo, quando il segretario del circolo Pd di Francavilla al Mare, Monica Di Battista, punta il dito contro quella che definisce “gestione personalistica” dell’allora presidente Vincenzo Centorame e del segretario Antonio D’Argento. La Di Battista contesta anche la vendita di alcuni pezzi della Fondazione Michetti, effettuata senza decisione condivisa e con l’obiettivo di pareggiare un bilancio in rosso per i troppi debiti accumulati. Sarebbero 77 le opere vendute in tutta fretta con trattativa privata, ossia senza gara pubblica e senza informare della scelta gli enti che compongono la Fondazione, tra i quali ci sono il Comune di Francavilla e le Province di Chieti e Pescara. Inoltre la Di Battista chiede se la somma incassata per la cessione delle opere sia proporzionale al loro valore. Senza contare che la presunta (s)vendita, che pure determina l’ impoverimento del patrimonio artistico della Fondazione e della città tutta, potrebbe persino non essere stata sufficiente a ripianare i conti. Dopo all’allarme lanciato dalla Di Battista, il sindaco di Francavilla, Antonio Luciani, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Chieti per fare chiarezza sulla gestione della Fondazione, con particolare riferimento all’ultimo periodo e alla contestata cessione dei pezzi d’autore.
La magistratura dovrà accertare la regolarità dell’operazione che avrebbe fruttato alla Fondazione circa 250mila euro. Intanto però, con i vertici vacanti e un cda che nessuno convoca, l’edizione 2017 si fa chimera. Un brutto epilogo per un premio antico e prestigioso intitolato ad uno dei nostri artisti più noti, Francesco Paolo Michetti, propulsore di quel cenacolo che ha regalato alla città e all’Abruzzo delle menti straordinariamente produttive e innovatrici. Il Premio Michetti è nato nel 1947; tra i tanti nomi della prima edizione, dedicata al paesaggio italiano, spiccano De Pisis e Guidi. Negli anni successivi il Michetti ha saputo coniugare le spinte moderniste e i linguaggi della tradizione pittorica, valorizzando gli artisti italiani e aprendosi al confronto con quelli internazionali, spesso suscitando quel dibattito vivace tipico dell’arte contemporanea, sempre alla ricerca di un equilibrio possibile tra esasperazione tecnologica e ritorno al figurativo. Al Michetti sono passati un po’ tutti i grandi, dagli abruzzesi Spalletti e Summa a Burri, Kounellis, Twombly, Schifano; anche i critici curatori sono stati di rango, da Achille Bonito Oliva a Renato Barilli, da Vittorio Sgarbi a Philippe Daverio. A Michetti si è reso omaggio con diverse iniziative, come la grande retrospettiva romana del 1999, a Palazzo Venezia. In mostra oltre 400 tra quadri, disegni, scenografie, costumi e naturalmente fotografie, parte delle quali trasferite poi al MuMi.
L’edificio di Francavilla, diventato sede del Premio, ospita permanentemente le due grandi tele michettiane: Le Serpi e Gli Storpi. Poi è arrivato il tempo delle critiche alla gestione Centorame, accusata di essersi chiusa in se stessa, incapace di rinnovarsi e di accettare le sfide della modernità. E’ anche vero che lo stesso Centorame, puntualmente e ad ogni serata inaugurale, ha provato a sensibilizzare i politici di turno e le tasche da loro amministrate riguardo alle esigue risorse a disposizione. Tutti hanno garantito aiuti e sostegni che però o non sono arrivati, o non sono bastati, o sono stati spesi male. Quella del 2017 sarebbe la 68° edizione del Premio Michetti, ma a questo punto è difficile che veda la luce del sole estivo, visto che Centorame e D’Argento non sono più in carica da marzo e il cda resta da convocare. Il sindaco Luciani invoca la riunione dell’assemblea che dovrebbe eleggere i nuovi vertici, senza i quali è impossibile organizzare la manifestazione, ma al momento non è chiaro chi dovrebbe raccogliere il messaggio e perché non si decida a farlo. L’ex presidente si dice contento dell’esposto “così si vedrà che è tutto regolare e che in cassa c’è anche un tesoretto per organizzare l’edizione 2017”. Intanto l’Ascom Abruzzo diffonde un comunicato stampa in cui si chiede “Che fine ha fatto il Michetti?”. Per la verità se lo domandano in molti, ma pare che nessuno abbia voglia di rispondere.