Venerdì 5 maggio alle ore 18 nella sala consiliare di Palazzo di Città presentazione dello studio Libri parrocchiali. Prospettive di ricerca, firmato da due docenti dell’Università d’Annunzio, Carmelita Della Penna e Francesco Berardi, voluto dalla parrocchia della Madonna dei Sette Dolori con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Comunale.
Libri parrocchiali. Prospettive di ricerca racconta la storia della città ante prima guerra mondiale dagli archivi della chiesa della Madonna dei Sette Dolori. L’evento è stato presentato in una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il presidente del Consiglio comunale Francesco Pagnanelli, il parroco della basilica Padre Vincenzo di Marcoberardino e gli autori della pubblicazione.
“Ho preso parte alla gestazione di questo lavoro da prima che fossi eletto presidente del Consiglio comunale e sono ben felice oggi di vederlo arrivare a compimento – così Pagnanelli – Lo studio degli archivi della parrocchia ripercorre un pezzo della vita di Pescara ricostruita attraverso i registri di quella che è stata la sua prima comunità religiosa. Oggi mi ritrovo a promuovere l’iniziativa che si svolgerà in sala consiliare venerdì e a cui invitiamo a partecipare tutta la città, in particolare quella che vede le sue origini in Castellammare, per scoprire aspetti della propria storia che affiora dai registri del tempo e riporta alla vita cittadina di epoche lontane e antiche”.
“La parrocchia risale al 1665 e ha un’origine particolare: in precedenza la chiesa si trovava dentro a quella che oggi è la Questura, la Madonna del Carmine – racconta padre Vincenzo di Marcoberardino, parroco della Madonna dei Sette Dolori – Gli abitanti di Pescara Colli erano pochissimi e chiesero al Vescovo di Penne di poter elevare a parrocchia quella chiesa. Così avvenne e quella divenne la prima parrocchia. E’ dalle origini che inizia il nostro viaggio che per ora ha riguardato la documentazione dei battesimi, ma abbiamo una storia precedente alla fusione di Pescara e Castellammare con dati che precedono quelli del Comune stesso. Era dunque opportuno computerizzarli perché si conservassero ancora. E’ stato un lavoro iniziato con la Soprintendenza archivistica 25 anni fa ma che, grazie alla collaborazione con l’Università d’Annunzio è andato avanti e oggi è diventato un libro, dopo tre anni di gestazione delle operazioni di archiviazione dei dati. Un impegno grande dovuto anche alla diversità delle calligrafie, nonché alle aggiunte che i parroci succedutisi hanno fatto fino ai giorni nostri; per questo si tratta di un’opera preziosa, perché non si limita a dati anagrafici ma racconta la storia della città attraverso il tempo”.
“La fonte archivistica è importante. Interessante è il fatto che padre Vincenzo l’avesse protetta – illustra Carmelita Della Penna, una delle autrici, docente associata di Scienze giuridiche e sociali dell’Università d’Annunzio – Abbiamo accolto con gioia l’invito a informatizzare il materiale. Le fonti sono i registri parrocchiali dove si appuntano battesimi, matrimoni e morti con degli schemi fissi ma che i parroci arricchivano inserendo informazioni di altro genere legate a mestieri, etnie, flussi migratori: un materiale che offre tanti spunti di ricerca. La parrocchia è stata unica per un lungo periodo e racconta momenti importanti di trasformazione, dalle dominazioni (angioine, aragonesi, borboniche) all’Unità d’Italia. Importanti anche le differenze fra le due realtà cittadine. In principio il progetto comportava la sola informatizzazione ma durante il cammino è divenuto un libro che è un ulteriore modo per conservare le informazioni: per ora lo abbiamo fatto per i battesimi, auspichiamo di completarlo per matrimoni e atti di morte, allargando i confini di una ricerca voluta tutta dalla parrocchia e sostenuta da questa anche per le borse di studio per gli studenti che hanno elaborato il materiale”.
“Abbiamo registrato e informatizzato 13 volumi di atti di battesimo selezionando tutte le informazioni – conclude l’altro autore Francesco Berardi – Un volume di circa 260.000 dati, sui 25.700 nati dal 3 settembre 1667 al 31 dicembre 1914, data convenzionale per la ricerca, sia per l’importanza che ebbe lo scoppio della prima guerra mondiale sia perché dalla fine dell’800 la parrocchia non era più l’unica di Castellammare. E’ un archivio che in continuità presenta tutti i dati per ricostruire tasselli importanti di storia e che consente un lavoro di tutela per i volumi e ciò che contenevano”.