Migrantes – La sfida dell’incontro

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Dal 24 al 31 marzo presso il Circolo Aternino si svolgerà l’evento Migrantes – La sfida dell’incontro.

Si tratta di un’iniziativa che unisce la presidenza del Consiglio comunale al Centro culturale di Pescara e che gode della collaborazione dell’Arcidiocesi Pescara-Penne e del Centro Servizi per il volontariato di Pescara, che si articolerà in una serie di eventi di approfondimento sul tema immigrazione, fra cui la mostra itinerante “Migranti, la sfida dell’incontro”, patrocinata dalla Fondazione Migrantes. Alla conferenza di presentazione dell’articolato programma hanno partecipato il presidente del Consiglio comunale Antonio Blasioli, Casto Di Bonaventura per il Csv, Luigina Tartaglia per l’Arcidiocesi Pescara-Penne, Gilberto Grasso della Comunità di Sant’Egidio  per la Comunità di Sant’Egidio, Mimmo Tinaro del Centro Culturale di Pescara e lo scrittore Vito Moretti.

“Migrantes-La sfida dell’incontro” in un momento di particolare sensibilità e reattività al tema dell’immigrazione – così il presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli – che propone un percorso di immedesimazione nelle vicende umane di coloro che lasciano la propria terra in cerca di un futuro migliore, raccontando come il rapporto con queste persone riguardi tutti, nella consapevolezza che l’incontro è la dimensione fondamentale di ogni esistenza umana. Pescara è una città dell’accoglienza, fatta di di gente che oggi accoglie chi è disposto a viverci rispettando le regole e che fu a sua volta accolta, quando la guerra distrusse la città e i cittadini furono costretti ad andarsene. In questo caso ci troviamo di fronte persone che fuggono alla ricerca di un benessere che non è possibile nelle proprie terre d’origine da cui si discostano poco, andandolo a cercare sui territori più vicini al loro. Si tratta di una sfida che dobbiamo vincere attraverso gli incontri e la mostra ciò sarà possibile, perché avremo modo di scoprire gente che consideriamo diversa, ma che ha storie che dovrebbero essere raccontate”.

“L’idea è quella della sfida dell’incontro fra la la conoscenza di una condizione e l’accoglienza: chi è venuto a contatto con i migranti ha scoperto questo desiderio di felicità che li porta a fuggire altrove e conoscerli meglio porta anche a una migliore accoglienza e rispetto dell’altro – dice Casto di Bonaventura per il Csv – La mostra invita a conoscere prima di giudicare e a guardare persone che arrivano come persone che cercano un futuro migliore prima di catalogarli come quescos’altro. E’ una questione che riguarda l’accoglienza. Per introdurci a questo evento della mostra abbiamo pensato a un evento introduttivo. Avremo chi ha vissuto sulla sua pelle questa condizione e si muove per favorire una possibilità di integrazione migliore. Il 28 presentazione libro di Vito Moretti, Il colore dei margini sulla storia di un immigrato che dall’Africa arriva in Italia e, per ultimo, l’incontro con l’associazione On the Road che ci darà l’opportunità di conoscere l’esperienza di persone immigrate che si sono inserite nel nostro contesto”.

“Abbiamo raccolto con grande gioia l’invito perché è importante parlare di questa tematica in maniera diversa – così Gilberto Grasso della Comunità di Sant’Egidio – Partire dai volti delle persone è una prospettiva nuova. Noi tratteremo il tema dei corridoi umanitari, che hanno permesso già di entrare in Italia a circa 700 profughi, evitando il mare e i viaggi della speranza, perché attraverso questo protocollo si riesce a concedere un visto umanitario prima che prendano il largo con barche in condizioni disumane. Si tratta di persone che si trovano in campi profughi, ora soprattutto siriani, in Libano, ma anche in Etiopia, Libia e Marocco ed entrano con il visto. C’è la massima sicurezza sul fronte legale e c’è la tutela della persona, che viene distolta dal viaggio e preparata ad un percorso di integrazione perché  in contesti sociali ed economici del Paese di approdo arrivo”.

“Come Caritas e Diocesi riteniamo la mostra di grande valore culturale e di supporto alla crescita della cultura dell’accoglienza – aggiunge Luigina Tartaglia – Ci sono ancora molti pregiudizi e una maggiore conoscenza del fenomeno immigrazione aiuterebbe tutti a comprenderlo meglio, a spiegare che ci sono persone con un volto e una storia. Come Caritas a Natale abbiamo fatto un’iniziativa “Aggiungi un posto a tavola”, invitando le famiglie ad accogliere un immigrato per una domenica e ciò ha creato relazioni nuove. Per vincere la cultura della paura che sta prendendo piede vogliamo proporre una cultura nuova che porta una maggiore conoscenza e consapevolezza di quello che sta accadendo. A tal fine impegniamo i ragazzi in servizio civile alla Caritas per fare da guida all’evento perché sia un’occasione anche per noi di incontro con la gente e aiutarla a capire”.

“Il mio libro non parla solo dei migranti ma c’è una marginalità generata dalla nostra società – dice Vito Moretti – e una volta concepita questa prospettiva di lettura, il fenomeno diventa più comprensibile. La storia è quella vera di un ragazzo libico che cerca di ricongiungersi con il padre che si trova nel nord Italia a fare lavori per il comparto dell’edilizia, il ragazzo si mette in viaggio per mare e un vecchio pescatore che aveva perso il figlio in mare  proietta il suo dolore nel giovane migrante lo mette in condizione di andare a Ferrara per ricongiungersi col padre. Ho voluto sottolineare la necessità della speranza, dando colori aperti alle storie che sono ai margini, per uscire da una visione grigia del mondo per guardarlo con tonalità aperte al futuro”.

“La mostra è reduce da un’esposizione a Rimini – conclude Mimmo Tinaro del Centro Culturale – E’ curata dal giornalista Giorgio Paolucci, è stata presentata al Meeting di Rimini e vuole testimoniare il positivo che esce nella relazione fra chi viene accolto. Un messaggio che riguarderà soprattutto i giovani, infatti dalle 9 alle 13 la mostra accoglierà soprattutto scuole, e dalle 17 in poi sarà a disposizione di tutti, con delle speciali guide che daranno una chiave di lettura e illustreranno anche il corredo di dati di cui l’evento si fa promotore”.

 

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