Scott Henderson infiamma il Loft 128

Scott HendersonScott Henderson

di ANDREA LA ROVERE

Ci sono musicisti che attraverso le loro parole riescono ad aprire il cuore di chi ascolta, Bob Dylan ha appena vinto il premio Nobel per questo, ma ci sono anche musicisti che non hanno bisogno di aprire bocca per emozionare le loro platee; sono infatti i loro strumenti a parlare.

Uno di questi è Scott Henderson e l’altra sera, nel suo live al Loft 128, organizzato impeccabilmente da Music Force, ne ha dato una folgorante dimostrazione.

Arrivo nel locale circa un’ora prima dell’inizio del concerto, Scott è seduto a uno dei tavoli con la sua band come uno qualsiasi di noi, scherza rilassato facendo intravedere il suo carattere ironico, come poi dimostrerà dando vita a brevi siparietti tra un pezzo e l’altro, strappando sorrisi al pubblico improvvisandosi “imbonitore” e invitando ad acquistare i cd di “Vibe Station”, il suo ultimo lavoro in studio che segna un deciso ritorno alla fusion degli anni ’80.

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Ed è proprio la fusion a farla da padrone durante il live di Scott Henderson, per l’occasione accompagnato dai giovani Romain Labaye al basso e Archibald Ligonnière alla batteria; il trio infatti suona duro e puro, senza concessioni al lato più blues e sanguigno di Henderson, a eccezione della celebre “Dolemite”, eseguita quasi in chiusura e che forse più di tutte ha acceso gli animi dei presenti.

La chitarra dell’americano è uno spettacolo, una cascata di note scintillanti investe i presenti fin dal primo pezzo, gli effetti tecnologici sono massicci e i virtuosismi sfiorano quasi il parossismo ma, fortunatamente, non vanno a intaccare il feeling di un live che ci ha proposto uno Scott Henderson in forma veramente stellare.

Il tutto per la gioia di un pubblico che ha risposto con entusiasmo alla chiamata della musica di qualità, come accade sempre a Pescara, piazza che meriterebbe più spesso appuntamenti di questo calibro, con il Loft 128 gremito in ogni spazio disponibile.

E a noi tutti che abbiamo avuto l’occasione irripetibile di assistere da vicino a questo gigante della sei corde, resta l’emozione che solo la grande musica sa dare.

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