di ANDREA LA ROVERE
Ci sono storie che partono da lontano, magari fanno giri strani, ma trovano alla fine il modo di riannodare tutti i fili fino all’agognato lieto fine. È il caso della storia che vi raccontiamo oggi, quella degli Sfaratthons, band abruzzese di rock progressivo, autrice de La bestia umana, ovvero quella che loro hanno definito la via borrellana all’opera rock.
Già, perché gli Sfaratthons arrivano da un luogo vicino, la bella Borrello, provincia di Chieti e da un tempo lontano, i favolosi anni 70. Ma andiamo con ordine; siamo alla fine degli anni settanta, quando un gruppo di giovanissimi appassionati di musica del piccolo paese teatino decide di dare una forma più compiuta alla loro passione. Cecilio Luciano, Giovanni Di Nunzio, Mario Rosato, Bruno Di Nunzio e Luca Luciano, assieme ad Argentino D’Auro, paroliere del gruppo, partoriscono un’opera rock su tematiche sociali e ambientaliste. La favolosa stagione del rock progressivo italiano è al tramonto, ma gli Sfaratthons decidono di adottarne comunque lo stile; a testimonianza del tutto le partiture e alcune cassette registrate artigianalmente, poi la diaspora e ognuno di quei ragazzi prende la propria via. Passano quasi quarant’ anni e i ragazzi, ormai uomini maturi, iniziano ad accarezzare il sogno di portare a termine la loro opera; complici le moderne tecnologie, registrano, riveduta e corretta, la loro opera, accompagnandola con l’uscita di un libro, curato da D’Auro, che racconta la loro storia. Il disco degli Sfaratthons sembra arrivato a noi in una capsula del tempo, lo stile è quello progressive più puro, con i testi che si dipanano attorno al tema dell’uomo che distrugge l’ambiente, tema oggi ancor più attuale e una musica densa di cambi di ritmo e assoli che spaziano dal rock al jazz e inserti di mellotron, strumento tipico dell’epoca. Da segnalare i contributi del flautista Geoff Warren e del chitarrista Berardo Adenolfi. Basta ascoltare l’Overture iniziale per riconoscere le influenze di band storiche come PFM e Banco, la sfuriata chitarristica di Smog, le atmosfere alla De Andrè de La dolce illusione e l’attacco simil Led Zeppelin de Il Verde per capire la varietà della proposta del gruppo. Il progetto degli Sfaratthons, che oggi si sono arricchiti della presenza di Mario e Luca Di Nunzio e di Giovanni Casciato, combina alla musica la letteratura, con l’uscita del libro e la pittura, con le belle illustrazioni di Luca Luciano, nel frattempo diventato apprezzato pittore. Dopo vari eventi in cui hanno presentato il disco, gli Sfaratthons hanno già in cantiere numerose iniziative di cui non mancheremo di darvi conto, vista anche l’importanza del loro messaggio.