Calcutta live in piazza Primo Maggio

CalcuttaCalcutta live a Pescara nel 2016

di ANDREA LA ROVERE

Quella che si avvia alla conclusione è stata un’estate di grande musica per la nostra città, con nomi di assoluto richiamo internazionale come Chemical Brothers e Counting Crows, uniti a numeri uno della scena nazionale, da Fiorella Mannoia a Enrico Ruggeri, da Niccolò Fabi a Daniele Silvestri, passando per grandi rassegne come l’Indierocket Festival.

Proprio mentre all’Arena del Mare Goran Bregovic attirava il grande pubblico con la magia della sua musica balcanica, abbiamo seguito per voi il concerto del nuovo fenomeno della musica alternativa italiana, Calcutta. Il live del cantautore di Latina, Edoardo D’Erme al secolo, forse ancora non conosciutissimo al grande pubblico ma vero idolo per la generazione nata negli anni novanta, un po’ a sorpresa, ha attirato in Piazza Primo Maggio una folla oceanica di giovanissimi, che per oltre un’ora ha cantato a squarciagola i pezzi di Calcutta. Il concerto, che chiudeva la Festa dell’Unità dei Giovani Democratici, è stato aperto dalla sorprendente esibizione de “I Missili”, band lancianese che ha deliziato i presenti col suo mix di pop vintage e moderno electro pop. Ma parliamo un po’ del live; Calcutta, che ha ventisette anni e calca le scene da quasi un decennio, è uno dei più arguti cantori di una generazione afflitta dal precariato, precocemente disillusa, che si barcamena tra piccole soddisfazioni, come in “Frosinone”, che allude alla sorprendente promozione in serie A della squadra laziale, o come quando, nella stessa canzone, rivendica la propria libertà nel non avere lavato i piatti per una sera.

Calcutta live, la folla dei fans

Calcutta live, la folla dei fans

Il mondo di Calcutta è una sorta di diario di viaggio nella provincia italiana, da Milano a Frosinone, da Pesaro a Riviera Del Garda, affine a quelli che i giovani amano postare su Instagram e in cui possono riconoscere le proprie piccole storie di sogni prematuramente spezzati, di idealismo travestito da cinismo. Insomma, se i cantautori degli anni settanta pensavano di cambiare il mondo con le loro invettive, qui ci si accontenta di superare la notte andando a bere o guardando un film mangiando pizza da soli, in attesa di iniziare un altro giorno di vita precaria al tempo dei social. Contenuti a parte, musicalmente il live di Calcutta, che come influenze ricorda Battisti, ma soprattutto Rino Gaetano e il primo Carboni, oltre al contemporaneo Brunori SAS, non si concede a troppi fronzoli, la band suona compatta senza troppi slanci, per un risultato che ricalca il lavoro in studio di registrazione. Ma, del resto, la folla di giovanissimi, davvero sorprendente, accorre ai concerti di Calcutta per sentirsi rappresentata nella sua indecifrabile identità di generazione senza troppe speranze, ma non ancora sconfitta, e non per ascoltare virtuosismi musicali.

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