“Un computer dal cuore saggio”: il web spiegato con una fiaba

Un computer dal cuore saggio

Internet e i bambini, un rapporto che cresce sempre di più. Ormai i minori che navigano in rete crescono a vista d’occhio e, molto spesso, sono loro a imparare agli adulti come funziona il web.

Ma la rete può essere anche una trappola nella quale è facile cadere per gli adulti, figurarsi per chi non è ancora maggiorenne.

Un computer dal cuore saggio è una fiaba scritta a quattro mani da Mauro Ozenda, consulente informatico e Rosa Rita Formica pedagogista e consulente educativa di minori e famiglia.

Una fiaba delicata, semplice le cui illustrazioni sono state realizzate da Carlotta Abrami, 14enne (quando illustrò la fiaba aveva 10 anni), che rendono la lettura ancora più magica. Così come alcune parole chiave tipo virus, password, nickname etc, scritte con un font appropriato (diverso dal testo generale) che hanno la capacità di rendere ancora più visivamente evidente l’importanza di quelle parole.

“[…] Ciò che si pubblica su internet resta come un ‘tatuaggio indelebile’ […]” si legge nella fiaba; preludio all’importanza fondamentale di non scrivere o postare foto troppo personali oppure di non diffondere a chiunque dati sensibili come indirizzo mail, password, etc.

Un compito di attenzione e controllo che spetta ai genitori: “Il genitore non rinuncia al suo ruolo restando in una condizione di ‘eterno bambino’ – afferma la dottoressa Formica – che delega il suo essere genitore ad altri ma è consapevole della propria forza, storia e di crescita. Se esiste l’educazione a un uso corretto del web, esiste anche la pedagogia della ‘condivisione’ che si manifesta davanti al computer. Ritengo che la fiaba sia utile perchè si piuò leggere anche incieme, imparando in modo indiretto, per immagini interiori e magari ridendoci sopra”.

“Oggi il problema sostanziale – dice Mauro Ozenda – è che i genitori non controllano i bambini nel loro primo approccio (ultimi anni della scuola d’infanzia e primi anni della scuola primaria) a internet o, per meglio dire, non installano sistemi di protezione che bloccano l’accesso a siti dal contenuto inadatto”.

Aiutare quindi e non vietare. Stare vicini ai propri figli durante la navigazione e non usare il computer come baby sitter. Dare delle regole su quanto tempo navigare e adottare criteri di filtrazione dei siti.

Tutto questo in una fiaba che, forse, dovrebbe essere letta prima dai grandi. Da soli.

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