Jacopo Lupi: “I libri? Troveranno nuovi canali di diffusione”

jacopo lupi

 L’emergenza Codiv-19 ha messo in ginocchio l’intero mondo e le loro economie. Ora la parola d’ordine però è ripartire, tornare a produrre, tornare alla vita.

Come sarà la nuova vita post Coronavirus? Come verrà affrontato dai diversi settori merceologici?

Oggi abbiamo parlato con vive con i libri, di libri: Jacopo Lupi infatti è un editore abruzzese titolare dell’omonima Lupi Editore con sede a Sulmona.

Da lui ci siamo fatto raccontare com’è la vita in quarantena e cosa sarà del suo lavoro quando si tornerà alla “normalità”.

Come vive una casa editrice il periodo della quarantena?

“Sicuramente il blocco totale delle attività ha colpito duramente anche il settore dell’editoria già da anni in continua e crescente crisi. Però la filosofia della mia casa editrice è sempre stata quella dell’innovazione, per questo abbiamo preso atto del momento e stiamo cercando di riorganizzarci. Infatti stiamo cercando nuovi canali per fare presentazioni e promuovere i nostri libri e soprattutto stiamo cercando nuovi modi per diffondere cultura. In questo momento dove siamo lontani, usare la tecnologia per essere vicini e collaborare”.

 Un libro contro il Coronavirus è l’iniziativa alla quale aderite insieme ad altre case editrici abruzzesi, ce ne parli?

“Il messaggio è molto semplice e chiaro, noi editori ci siamo e vogliamo dare una mano, piccola o grande dipende anche dai lettori, ma dopo venti giorni che abbiamo lanciato l’iniziativa posso dire che la risposta c’è stata, abbiamo aumentato le vendite del 20 % e parte del guadagno lo dirotteremo in un fondo per ospedali e associazioni che stanno lottando in prima fila. Un euro per ogni libro venduto, è un modo per far conoscere i nostri libri e allo stesso tempo fare del bene. E chi acquista ora i nostri libri e quelli di tutti gli editori che hanno partecipato, fa del bene due volte, a se stesso perché un libro cambia sempre la vita, e a chi ora ha bisogno più che mai di tutti gli strumenti per poter combattere questo virus”.

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Secondo te, ci sarà un prima e un dopo Codiv-19 anche per l’editoria?

“Sicuramente sì, il mondo è cambiato e sta cambiando in maniera irreversibile. Per questo che non serve stare fermi e cercare di capire quando e come tornare a vivere e lavorare come facevamo prima di questa pandemia, ma riorganizzarci e accompagnare il cambiamento trovando nuove soluzioni. Come vedi non sono uno che si piange addosso anche se la situazione è devastante. Le conseguenze reali ancora non le tocchiamo con mano ma arriveranno come uno tsunami. Tante case editrici chiuderanno come continueranno a chiudere tante librerie, ma il libro è resistito a tanti cambiamenti e lo farà ancora, trovando nuovi canali e nuovi modi di diffusione”.

Il cartaceo e il piacere di sfogliare un libro, avranno dunque lo stesso sapore di prima?

“Mai come adesso cerchiamo in maniera disperata il contatto, e a mio avviso il contatto con un buon libro non morirà mai, come non è morto fino ad ora. Cambierà e cambieranno i modi per acquistarlo, sempre più incentrati sull’online, e lo dico con grande dispiacere (avevo una libreria indipendente che ho deciso di chiudere poco prima della pandemia, ma giuro non sapevo nulla). Purtroppo guardando i numeri che ho visto io è un processo inevitabile che è stato accelerato ancor di più dal Coronavirus (per questo che il Governo ha deciso di riaprire subito le librerie, perché ha i dati di cui parlo e sta cercando di tamponare)”.

 Cosa legge Jacopo Lupi durante la quarantena?

“Ho almeno una decina di libri (manuali prettamente, amo continuamente formarmi) pronti ma purtroppo (o per fortuna) leggo i tanti manoscritti e racconti che mi inviano aspiranti autori. Come casa editrice abbiamo un gruppo di lettura che fa selezione, ma francamente quando ho un manoscritto tra la posta è più forte di me, devo leggerlo (il futuro bestseller da scoprire non si sa mai dove si nasconde)”.

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