“Who wants to be a refugee?” Un progetto per i bambini rifugiati a Pescara

SPRAR

Approfondire storie e culture diverse attraverso le testimonianze dirette dei migranti per superare pregiudizi e paure: questo è quanto avvenuto ieri presso lo SPRAR, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati per minori stranieri non accompagnati di Pescara, nell’ambito del progetto Erasmus + “Who wants to be a refugee?”

misticoni-bellisario pescaraIl progetto ha coinvolto un gruppo di studenti del Liceo Misticoni Bellisario – Victor Carchesio, le Prof.sse Giuseppina De Giovanni e Daniela Stancu, le educatrici della struttura – Silvia Speranza e Claudia Agostinone e sette ragazzi ospiti dello SPRAR.

I ragazzi hanno svolto un laboratorio artistico sul tema delle Maschere africane, un modo per socializzare, conoscersi e stabilire relazioni attraverso il linguaggio universale dell’arte.

Gli studenti hanno approfondito le tematiche della diversità e dell’integrazione delle popolazioni nel tessuto sociale, attraverso interviste e momenti di confronto artistico e musicale, per ripercorrere il viaggio, paradigma dell’intera esistenza umana.

I ragazzi ospiti dello SPRAR del Comune di Pescara hanno intrapreso per davvero quel viaggio per poter sopravvivere, per incontrare persone diverse con cui dialogare, scambiare opinioni, aprirsi al mondo, raccontare la propria storia e ascoltare quelle altrui.

Gli studenti del Liceo Misticoni Bellisario si interrogano e toccano con mano la complessa realtà di chi è ora rifugiato in terra straniera, di chi si è lasciato alle spalle storie di morte, naufragi, abbandoni e speranze, per analizzare e comprendere un fenomeno storico complesso e diffuso oggi come mai in precedenza.

Un modo nuovo di fare scuola che sarà testimoniato nella prossima mobilità Erasmus + in Danimarca, dove continueranno gli incontri con gli altri paesi partner, Bulgaria, Polonia e Turchia.

Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), attivo in Italia dal 2001, è composto da una rete di enti locali che, attraverso fondi nazionali, realizzano progetti di accoglienza integrata; il sistema non si limita a un’accoglienza meramente assistenziale ma è volto ad integrare le persone nel territorio.

 

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