Intervista a Francesca Buttari, candidata al consiglio regionale con il PD

intervista a Francesca Buttari

Il prossimo 10 febbraio, l’Abruzzo è chiamato alle urne per nominare il presidente della Regione e, di conseguenza, la giunta regionale.

Abbiamo intervista a Francesca Buttari (nella foto) attuale vice sindaco di Francavilla che si candida come consigliera regionale nella file del Pd

Laureata in Economia aziendale, in questa intervista abbiamo affrontato temi che dalla questione migranti arriva alle quote rosa.

Dottoressa Buttari, è lei che ha scelto la politica o la politica che ha scelto lei?

“Vengo da una famiglia di politici. Mamma e papà sono stati entrambi attivamente impegnati in politica; sin da piccola quindi ho respirato la passione di questo mondo. Fino a 33 anni però ho fatto altro, mi sono dedicata al volontariato e alla mia professione di consulente di fondi europei. Poi nel 2011, quando Luciani si candidò per la prima volta a sindaco del Comune di Francavilla, sono entrata candidandomi con una lista civica”.

Si candida alle elezioni regionali Abruzzo come consigliera perché…

“Perché sono convinta del progetto di Giovanni Legnini. Da amministratore ho sentito la responsabilità di portare avanti il suo progetto e allargare il consenso che, proprio per il ruolo che rivesto, è un passo importante. Legnini vuole lavorare per e con cittadini e volontariato”.

Ci racconti la sua esperienza da vice sindaco al Comune di Francavilla.

Gratificante e faticosa. E’ una responsabilità in più verso la propria comunità che, a volte, si uniscono alla responsabilità di sindaco quando il primo cittadino non c’è. E’ capitato quando Luciani si prese 40 giorni per pensare al suo futuro politico; in quell’occasione fu tutto gratificante e faticoso in quanto ti trovi ad avere l’ultima parola su le esigenze e le problematiche delle persone con cui vivi a contatto diretto.

Da assessore alle Politiche sociali e comunitarie, cosa pensa del delicato tema dell’immigrazione giunto persino al Festival di Sanremo?

“Sono contraria a come il Governo sta gestendo la situazione. Non sono d’accordo non perché ritengo che le frontiere vadano aperte in modo indiscriminato, ma perché questa politica è uno sport che creerà solo problemi. Terminati i vari percorsi di inclusione infatti, in tanti saranno a spasso con una conseguente aumento anche di criminalità. Ci sarà meno persone integrate. Non credo sia un vero Decreto Sicurezza”.

Se sarà eletta alle prossime elezioni regionali Abruzzo, quale considera il primo vero problema da risolvere nel territorio?

“Secondo me sono due. Il primo è il lavoro: è necessario creare le condizioni di lavoro sia con infrastrutture immateriali (per attrarre le aziende nella nostra regione) sia con processi che non favoriscano delocalizzazioni così semplici. Inoltre è necessario pensare ai giovani, magari con corsi di alta formazione fuori regione ma che consenta loro di applicare gli studi sul loro territorio. In secondo luogo bisogna salvaguardare il territorio con interventi anti sismici e limitazioni del rischio idrogeologico”.

Lei è una mamma che lavora in politica: come sta l’Abruzzo a quote rosa?

“Male, lo scenario è triste. Attualmente abbiamo Sclocco in maggioranza e Marcozzi all’opposizione. Spero che con la doppia preferenza e con le mie colleghe candidate, riusciamo a modificare l’equilibrio finora presente in Consiglio regionale”.

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