Molteplici sono i personaggi che hanno contribuito a fare grande Pescara, ma ce n’è uno, nemmeno troppo conosciuto, di cui tuttora ammiriamo giornalmente i frutti del proprio ingegno e gusto, magari senza nemmeno saperlo: Antonino Liberi.
Ingegnere e architetto, ha operato nella natale Pescara (era nato a Spoltore, per la precisione) tra la fine dell’ottocento e il novecento, fino agli anni che precedettero il secondo conflitto Mondiale. Figlio di una famiglia umile, i genitori erano panettieri, subito dimostrò grande passione per le costruzioni e l’architettura, tanto da laurearsi in ingegneria a Napoli nel 1883; ottenuto l’incarico di ingegnere comunale di Pescara dal sindaco D’Annunzio nel 1885, si dedicò subito alla riqualificazione della sua città. Nel 1892 divenne cognato del Vate D’Annunzio, sposandone la sorella Ernestina.
Liberi fu artefice di uno stile Liberty che perfettamente si adattava alla cittadina pescarese, caratterizzata allora da grandi viali dove i palazzi enormi di oggi erano pressoché assenti, mentre pullulavano le villette con giardino. Lo stile liberty, o Art Decò, si era andato affermando in Francia negli anni ’30 dell’800 e Pescara ne aveva recepito non solo gli aspetti architettonici, ma anche l’ Ars Vivendi, il dialogo incessante tra mare, pineta e costruzioni, la bella vita delle stazioni balneari e del jet set dell’epoca, attirato a Pescara dal mare, i ritmi di vita e il famoso Grand Prix, la Coppa Acerbo, gara automobilistica internazionale.
I primi lavori di progetto e ristrutturazioni di Liberi furono Casa Conti, Casa Bucco, poi sede della Banca Commerciale e Palazzo De Cecco, tutti ancora visibili a Portanuova. Particolarmente importante tra i suoi primi lavori lo splendido Palazzo Perenich, ancora in ottimo stato in via D’Annunzio. Commissionato dal facoltoso orafo Perenich di Ortona, titolare anche di una splendida villa sulle colline di Francavilla, è costruito sul modello del rinascimentale Palazzo Strozzi di Firenze, con l’uso sapiente del bugnato e la scultura a forma d’aquila in ferro battuto al pian terreno. Liberi divenne subito l’architetto più richiesto in regione e non solo, ma anche l’indiscusso protagonista di una rivoluzione dello stile, con la reintroduzione di elementi dimenticati come la bifora, la fasca di marcapiano per le decorazioni e la grande attenzione per facciate e finestre.
Tra gli altri lavori importanti di Liberi, ricordiamo lo splendido Palazzetto Imperato, che nelle intenzioni dell’autore doveva avere un gemello di fronte, a costituire una sorta di porta tra la stazione e il viale principale di Pescara e bellissimo esempio di liberty puro; il Palazzo Verrocchio, da lui ristrutturato nell’aspetto con cui oggi tutti lo vediamo ergersi a guardia di piazza Salotto e della Nave di Cascella; e ancora l’incompiuto Teatro Michetti, rimasto sulla carta e poi costruito sulle direttive di Vicentino Michetti.
Ma l’opera più importante di Antonino Liberi rimane il suo grande sogno, la sua utopia, quella della Città Giardino. Intorno al 1910 gli venne affidato il compito di edificare sull’area della pineta, allora appena bonificata. Liberi pensò di costruire una grande città giardino, dividendo il terreno in lotti edificabili, destinati alla costruzione di splendidi villini caratterizzati da ampi giardini e dall’assoluta continuità con l’ambiente circostante, caratterizzato dal verde e dal mare. Al centro di tutto il Kursaal a mare, quello che sarebbe poi diventato l’Aurum.
La splendida struttura, di grande respiro classico, progettata da Liberi, doveva caratterizzarsi come edificio di lusso dedicato all’intrattenimento balneare della borghesia allora imperante. Purtroppo problemi burocratici e l’arrivo della Prima Guerra Mondiale tarparono le ali al progetto, eppure buona parte del progetto vide la luce, con tanti villini che ancora oggi possiamo ammirare, tra cui il peculiare Villino La Porta, con la caratteristica torre, e alcune ville progettate dallo stesso Liberi, come il Villino Costanzo e Villa Anna II. L’Aurum, riconvertito prima a distilleria e poi polo culturale, ampliato dall’architetto Michelucci, è tuttora il centro della cultura della nostra città.
Liberi, inoltre, fu attivo anche a Francavilla, col bel Palazzo Sirena, minato dai nazisti nel 1943 e ricostruito in stile razionalista dall’architetto Ricci e purtroppo recentemente abbattutto, a Ortona con la Sala Eden e a Roma, dove progettò o ristrutturò numerosi villini.
Insomma, il nostro invito è quello di alzare il vostro sguardo dagli schermi degli smartphone, gli stessi dove magari proprio ora state leggendo, e la prossima volta che passeggerete per Pescara, fare più attenzione alle bellezze che vi circondano. Sarà facile scorgervi la sapiente mano di Antonino Liberi.